dimorfismo

Indice

Lessico

sm. [sec. XIX; da dimorfo].

1) In biologia, esistenza di due forme morfologicamente diverse nell'ambito della medesima specie animale o vegetale.

2) In chimica, fenomeno per cui una stessa sostanza può presentarsi in due forme cristalline diverse. È un caso particolare del polimorfismo.

Biologia

Il dimorfismo sessuale è quello più comune ed è dovuto alla presenza di caratteri sessuali primari e secondari che determinano notevoli differenze morfologiche, soprattutto negli animali, tra maschio e femmina. Il dimorfismo sessuale può riguardare la colorazione, le dimensioni del corpo, tratti somatici particolari, come rapporti diversi fra diverse parti del corpo, ecc. In genere riflette la diversa specializzazione dei sessi e spesso è implicato nel riconoscimento fra partner. Il dimorfismo sessuale è una caratteristica di alcune specie animali che ha subìto forti pressioni selettive; fra gli uccelli si riscontra, infatti, soprattutto nelle specie in cui la cura della prole è affidata alla femmina, la cui livrea è tipicamente caratterizzata da colori poco vivaci e con la quale si mimetizza facilmente con l'ambiente circostante; il maschio, il cui compito è quello di procacciare cibo e di difendere il nucleo familiare, è più visibile: i suoi colori sgargianti distraggono facilmente i predatori, che non percepiscono la presenza della madre e dei piccoli. Nelle specie in cui la cura della prole è affidata a entrambi i genitori le forme di dimorfismo sessuale sono o rare o del tutto assenti. In alcuni animali (per esempio, pesci) il dimorfismo sessuale compare solo all'epoca della riproduzione, in altri persiste durante tutta l'esistenza. Il dimorfismo stagionale consiste, invece, in variazioni individuali temporanee della colorazione o della forma del corpo che si verificano in alcune specie con il cambiamento stagionale. Nelle farfalle tropicali la forma e la pigmentazione delle ali variano notevolmente dalla stagione umida a quella secca. È noto come il colore del pelo di alcuni animali (ermellino, volpe, lepre alpina, ecc.) e del piumaggio di molti uccelli cambi secondo le stagioni. Nella specie umana il dimorfismo sessuale si accentua dopo la pubertà, al raggiungimento della maturità riproduttiva. Dal punto di vista scheletrico il dimorfismo si manifesta in particolare nella morfologia differenziale del bacino e in minor misura del cranio e delle ossa lunghe. Il bacino femminile risulta solitamente più largo in quanto ha la funzione di accogliere il feto durante la gestazione. Il cranio maschile presenta dei caratteri di maggiore robustezza: glabella e torus sopraorbitario più accentuati, protuberanza occipitale esterna maggiormente rilevata, mastoidi più voluminose, fronte sfuggente, bozze frontali e parietali meno sviluppate ecc. Il grado di dimorfismo sessuale nella specie umana è variabile nelle diverse popolazioni. § In botanica il dimorfismo sessuale è piuttosto raro, ma non mancano casi in cui il dioicismo o l'eterotallismo comportano una differenza morfologica fra gli individui dei due sessi. Nelle specie inferiori è frequente il dimorfismo di generazione, nel quale una stessa pianta nel corso del suo sviluppo metagenetico dà luogo a organismi così differenti che un esame superficiale può indurre facilmente in errore circa la loro appartenenza a una medesima specie. Nei vegetali superiori un caso di dimorfismo è costituito dalla presenza su un medesimo individuo di fiori cleistogami e di fiori casmogami, o anche la produzione di fiori lungi- e brevistili; frequente poi il dimorfismo fogliare, in cui le foglie di una stessa pianta presentano differenti caratteri morfologici sia contemporaneamente sia in momenti successivi del ciclo vegetativo.

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