ermellino

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sm. [sec. XIII; prob. latino medievale (mus) armeninus, (topo) dell'Armenia].

1) Carnivoro (Mustela erminea) della famiglia dei Mustelidi, diffuso in gran parte d'Europa (assente nelle regioni mediterranee di pianura), Asia settentrionale, America settentrionale. Lungo 20-30 cm, con coda di 10 cm, ha corpo snello, con testa appiattita, muso corto, piccole orecchie pelose, arti molto brevi. La pelliccia, densa e soffice, mostra due tipiche livree, una estiva di color bruno chiaro-giallastro, superiormente, con le parti inferiori bianche, e una invernale bianca; in ogni stagione la punta della coda è sempre nera (carattere che lo differenzia dalla donnola). Il dimorfismo stagionale è proprio solo delle popolazioni dei Paesi freddi o di alta montagna. Si ciba di piccoli animali, soprattutto arvicole delle nevi, uccelli e loro uova, rettili, anfibi, molluschi e insetti. Le femmine partoriscono 4-7 piccoli da aprile a giugno. Ha costumi sia diurni sia notturni, è agilissimo e molto attivo; trova ricovero di solito in tane di altri animali. L'animale è sempre stato molto raro e la sua pelliccia invernale è considerata pregiatissima. L'uso dell'ermellino risale all'epoca bizantina, quando si cominciò a ornarne i manti regali, e fino al Rinascimento rimase prerogativa dei nobili.

2) In araldica armellino, una delle due pellicce usate negli scudi.

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