gioièllo

Indice

Lessico

sm. [sec. XIII; dal francese ant. joel, risalente al latino volg. *iocale, agg. neutro da iocus, gioco]. Monile o altro ornamento di metallo pregiato e pietre preziose. Per estensione, oggetto, anche di valore, particolarmente caro e prezioso: ha una casa che è un gioiello. Fig., persona molto stimata per le sue qualità: quella ragazza è un gioiello; anche arnese, meccanismo particolarmente efficiente e perfezionato: quel motore è un gioiello, funziona alla perfezione.

Arte

Fin dall'antichità il gioiello ha costituito non solo oggetto di ornamento, ma anche, spesso, di simbolo di dignità, assumendo valore magico anche come amuleto. I più antichi gioielli conosciuti sono quelli egiziani, eseguiti all'inizio del III millennio o forse alla fine del IV; essi mostrano già quell'abilità tecnica e quella raffinatezza che raggiunsero il massimo splendore con la XII e XIII dinastia. L'arte del gioiello si diffuse ben presto anche nell'area micenea, dove è testimoniata a cominciare dal I millennio, facendo presto scuola in tutto il periplo mediterraneo a cominciare dagli Etruschi, che svilupparono una tecnica di granulazione dell'oro, diventando maestri nella filigrana, in una fioritura di fermagli, collane, orecchini che va dal sec. VII al III a. C. Agli Etruschi si ispirarono gli orafi della Gallia, della Sardegna, dell'Illiria e della Tracia e, molto probabilmente, della stessa Roma. Ma su tutti prevalse ben presto l'influsso del Medio Oriente e della Grecia. Materia e foggia del gioiello greco e orientale furono adottate a Roma solo nel secondo Impero. Ne è un esempio il medaglione d'oro traforato con pietre a cabochon e perle conservato al Museo del Louvre. Nella ricchissima arte bizantina del gioiello confluirono le tecniche di altre culture, dall'Europa orientale all'Asia centrale. Altrettanto importante fu nel Medioevo l'apporto dell'Islam, che consentì alla Spagna di superare in finezza i gioielli francesi e italiani. Il gioiello ebbe splendore generale nel Rinascimento, anche perché in tale epoca divenne parte importante dello sfarzoso abbigliamento maschile: sul berretto era d'uso portare l'aigrette e l'anello diventò estremamente raffinato. Intanto, a cominciare dal sec. XVI, si diffuse il taglio del diamante e la sfaccettatura esaltò la luminosità della pietra. Il metallo, anche il più pregiato, passò da allora in posizione subalterna nella creazione dei gioielli, dove trionfarono pietre preziose, gemme e smalti che presero a ornare anche un nuovo tipo di gioiello, l'orologio portatile, diffusosi rapidamente dalla fine del Cinquecento. Fu quello il momento più felice di ogni tipo di gioiello, la cui arte raggiunse il massimo della perfezione nel Settecento. Esso decadde come creazione artistica nell'Ottocento, per interessare nuovamente i grandi artisti contemporanei.

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