manicòtto

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sm. [sec. XVII; da manica].

1) Accessorio dell'abbigliamento femminile costituito da un breve tubo di stoffa o pelliccia in cui infilare le mani per difenderle dal freddo. I primi, di foggia assai semplice, apparvero nel sec. XV; nel secolo successivo furono adottati anche dagli uomini, diventando accessorio di grande eleganza per la raffinatezza dei materiali usati (ermellino, volpe, damasco, velluto), o per l'aggiunta di ornamenti preziosi. La moda rilanciò nel sec. XIX il manicotto come accessorio esclusivamente femminile; era in genere di pelliccia o stoffa imbottita e di piccole dimensioni.

2) Tratto di tubo di lunghezza ridotta, usato come giunto in un'interruzione di un circuito a fluido o in una trasmissione meccanica. In idraulica, il manicotto consta di un tratto di tubo, filettato all'interno e di lunghezza circa doppia del diametro, che serve a collegare rigidamente due tubi, garantendone la possibilità di smontaggio senza danneggiare le condotte. Nel campo automobilistico si chiamano manicotti i tubi di gomma telata diritti o curvi che collegano il motore al radiatore del circuito refrigerante permettendone il movimento relativo. Su riduttori, cambi di velocità, differenziali, si trovano manicotti scorrevoli che, costituiti essenzialmente da un elemento tubolare scanalato internamente, servono a realizzare l'innesto tra un asse e un ingranaggio o un altro asse. Sono detti spesso manicotti anche pezzi meccanici di forma tubolare, con entrambe le superfici lavorate, impiegati come distanziali. In elettrotecnica, il manicotto è un elemento isolante tubolare, destinato ad avvolgere una giunzione tra cavi, sbarre, conduttori di varia sezione, onde isolarli, o a rinforzare un isolamento ottenuto mediante nastratura.

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