guàrdia

Indice

Lessico

sf. [sec. XIII; da guardare].

1) Atto del guardare con fini di vigilanza, custodia, difesa, prevenzione; sorveglianza: fare la guardia alla cassaforte; cane da guardia; guardia medica, ambulatorio di pronto soccorso in cui si trova sempre almeno un sanitario in servizio (medico di guardia); essere di guardia, prestare il servizio di sorveglianza; in particolare, riferito a soldati o a corpi di polizia: corpo di guardia, locali destinati ad alloggio del personale in servizio di guardia; montare, smontare la guardia (o di guardia), iniziare o terminare il turno di vigilanza; cambio della guardia, sostituzione del personale addetto al servizio e, in senso fig., degli organi di potere, specialmente politico. In particolare, in marina, per il servizio di guardia, l'equipaggio è diviso in due parti uguali, la guardia impari (o di sinistra) e la guardia pari (o di dritta). In navigazione, ogni turno di guardia dura in genere 4 ore ed è seguito da 8 ore di intervallo (turno a 4 e 8). In casi particolari è adottato il turno a 4 e 4.

2) Insieme di persone, specialmente soldati, cui viene affidata la protezione di uomini o cose: guardia. del corpo, gruppo incaricato di proteggere un alto personaggio (re, capi di Stato, ecc.). Un tempo i corpi o le truppe della guardia costituivano grossi corpi che, persa l'originaria funzione, acquisirono quella di vere e proprie unità combattenti. Famosa fra tutte la Guardia imperiale creata da Napoleone I nel 1804 e costituente una vera e propria grande unità. Nel 1810 i suoi 15.000 effettivi furono raddoppiati per la creazione di una Giovane Guardia, che valse a quella precedente l'appellativo di Vecchia Guardia, espressione questa entrata poi nel linguaggio comune a indicare il reparto di un esercito costituito dai soldati più anziani e più devoti al comandante e in quello fig. (essere della vecchia guardia, appartenere ai primissimi seguaci di un movimento, una dottrina e simili). L'unica guardia formata da grandi reparti ancora esistente è quella dei sovrani inglesi, con reggimenti a piedi e a cavallo, tutti combattenti. In particolare, nome di speciali corpi di polizia: guardia civica, guardia nazionale, guardia di finanza; guardia svizzera, la milizia dello Stato Pontificio, ecc.

3) In senso concr., chiunque presti servizio di vigilanza o appartenga a speciali corpi armati: guardia notturna; guardia campestre, carceraria, municipale; le guardie di pubblica sicurezza.

4) Nello sport, in generale, posizione di attesa o di difesa che assuma l'atleta: nella scherma, posizione del corpo e dell'arma per essere pronti sia alla difesa sia all'offesa; nel pugilato, posizione delle braccia e dei pugni per evitare i colpi: guardia chiusa, che non lascia all'avversario possibilità di offesa. Fig.: stare in guardia, tenersi sulla difensiva; mettere in guardia, avvisare di un pericolo.

5) Nel fioretto, parte dell'arma che difende la mano di chi la impugna, nella spada e nella sciabola difende invece anche parte dell'avambraccio; comprende la coccia, l'impugnatura, il pomolo e il gavigliano.

6) Grado massimo cui può giungere il livello di un fiume senza pericolo di straripamento: l'acqua ha superato il limite di guardia.

7) Parte del morso che sporge dalla bocca del cavallo e regge gli anelli per l'attacco delle redini.

8) Ciascuno dei quartini in carta robusta incollati alla prima e ultima segnatura del blocco del libro.

9) In elettrotecnica, anello di guardia.

Etologia

È detto comportamento di guardia il comportamento attraverso il quale il maschio esercita un controllo sulla femmina, in modo da monopolizzarne le prestazioni e da massimizzare il proprio successo riproduttivo. È una forma di competizione sessuale che, a seconda delle specie, ha luogo prima dell'accoppiamento (guardia precopulatoria) o dopo (guardia postcopulatoria). Nelle specie in cui le femmine sono rare e disperse è vantaggioso, per il maschio, impadronirsi di una femmina appena incontrata, anche se essa non è ancora recettiva o matura sessualmente. Infatti sarebbe rischioso per il maschio lasciarla e dedicarsi alla ricerca di una femmina immediatamente recettiva, dato che potrebbe non trovarla affatto. La guardia precopulatoria è molto diffusa negli Insetti di vari ordini e nei Crostacei (per esempio Isopodi, Anfipodi). La guardia postcopulatoria è presente in molte specie in cui le femmine hanno la possibilità di accoppiarsi più volte nel corso della vita, specialmente se in stretta successione e se gli spermatozoi restano vitali a lungo nelle vie femminili. Impedendo alla femmina di riaccoppiarsi, il maschio evita che lo sperma di un altro maschio, mischiandosi al suo, ne diluisca le probabilità di fecondare le uova di quella femmina. È molto diffusa fra gli Insetti, che dopo l'accoppiamento restano a contatto con la femmina in posizione tale da impedire a un altro maschio di assumere la posizione di accoppiamento ed è particolarmente evidente fra le libellule, che mantengono la femmina “in tandem” durante la deposizione delle uova. Un sistema di guardia postcopulatoria molto diffuso consiste nella formazione di tappi che ostruiscono le vie genitali femminili (per esempio Lepidotteri, Ditteri), prodotti dai maschi e talvolta rappresentati dagli stessi genitali maschili, abbandonati alla fine dell'accoppiamento. Un altro sistema, conosciuto nei Ditteri, consiste nella trasmissione alla femmina di un feromone che ne diminuisce la recettività (matrone). Talvolta lo stesso accoppiamento, se molto prolungato, può avere la funzione di guardia. In alcune libellule (per esempio del genere Ischnura), nelle quali l'accoppiamento dura molte ore, la femmina viene rilasciata in orari del giorno in cui i maschi non accoppiati hanno abbandonato i luoghi di riproduzione, sicché il rischio che la femmina si riaccoppi è basso. Anche la forma spesso pluriuncinata degli apparati copulatori di molti insetti (per esempio Lepidotteri, Imenotteri, Ditteri), che permette una salda unione dei partners durante l'accoppiamento, costituisce un meccanismo di guardia che impedisce che il maschio sia scalzato da un altro maschio durante l'accoppiamento.

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