Lessico

sf. [sec. XIV; da schermire].

1) Il complesso delle regole che disciplinano il combattimento con le armi bianche a scopo offensivo o difensivo. Per estensione, lo sport che si pratica con tali armi (spada, fioretto e sciabola) e la relativa tecnica.

2) Nel pugilato, capacità di destreggiarsi dagli attacchi dell'avversario riuscendo nello stesso tempo a colpirlo.

3) Scherma con il bastone, sport un tempo molto diffuso in Inghilterra, Germania, Paesi nordici, Cina e Giappone, oggi praticato soprattutto in Giappone (kendō). Si effettua con una tozza lancia priva di punta e manovrata in modo da colpire in qualsiasi punto l'avversario impedendo che questo porti a buon fine i suoi colpi. Nelle prove in palestra gli allievi indossano maschere, tute imbottite e un guanto che arriva sino al gomito; l'insegnante è anche dotato di un guanto con l'ossatura metallica per permettere all'allievo di colpirlo senza pericolo.

Cenni storici

La scherma è un arte praticata fin da tempi remoti ed ebbe cultori in tutte le grandi civiltà del passato, come tramandato da testi cinesi, egizi, indiani, mesopotamici ed ellenici. In epoca romana, oltre ai doctores armorum, maestri che addestravano i giovani nel maneggio della spada, si diffuse la scherma come attività agonistica praticata da veri e propri professionisti: i gladiatori. L'arte della scherma decadde in Occidente durante l'alto Medioevo, mentre restò in auge in India, Cina e Giappone dove sorsero scuole e stili durati per secoli e oggi noti anche nel mondo occidentale; con il fiorire della cavalleria, in Europa ritornò in auge la scherma praticata durante giostre, tornei e sfide. Con il Rinascimento, la scherma cominciò ad assumere sempre più il carattere di sport agonistico che portò alla ribalta schermidori di fama mondiale, i maestri d'armi, soprattutto italiani e francesi. Nel 1410 venne scritto il primo trattato di scherma, Flos duellatorum, opera del friulano Fiore de' Liberi e scritta in versi, alla quale seguirono, soprattutto nel sec. XVII, opere di notevole impegno quali quelle di Pietro Moncio e di Achille Marozzo. In questo periodo le scuole di scherma italiane raggiunsero la maggior notorietà tanto che furono frequentate da nobiluomini di Francia, Spagna e Germania; celebri erano anche le scuole francesi e quelle spagnole di Toledo. Con la fine del Seicento, pur diffondendosi la pratica dei duelli, la scherma come arte e sport decadde per riprendersi solo verso la metà del sec. XIX grazie al rilancio effettuato prima in Francia poi in Italia: l'antagonismo tra i maestri italiani e francesi contribuì a diffondere la scherma come sport soprattutto in Europa dove sorsero nuove valide scuole come quelle ungherese, polacca e russa. Nel 1896 la scherma, nelle sue tre specialità, fu ammessa alle Olimpiadi.

Sport

La scherma richiede una grande rapidità di movimenti coordinati in un organico piano di attacco (botte e stoccate) e di difesa (parate): l'insieme di più azioni, alcune culminanti con relative stoccate, costituisce un assalto. Tra le azioni principali vi è la guardia con l'arma rivolta contro l'avversario, oppure in “invito” o in “legamento”. Tra le azioni semplici vi è la botta dritta che avviene senza prendere contatto con la lama avversaria; altre azioni semplici sono la cavazione, il filo, il filo sottomesso, il copertino, l'intrecciata, il disarmo e tutte partono dal legamento o si eseguono sulla lama avversaria. Le parate possono essere eseguite con un'uscita in tempo (parata di arresto) o con una “sparizione di corpo” (cioè allontanandosi dall'avversario), sistema quest'ultimo poco usato negli incontri. Nelle gare di campionato le “botte” per il fioretto e per ogni singolo assalto sono in numero di cinque, per la spada generalmente in numero di tre, per la sciabola ancora in numero di cinque. Qualora entro i limiti di tempo prestabilito un concorrente non abbia prevalso sull'altro, si ricorre a particolari espedienti per stabilire il vincitore: in genere si aggiunge al numero di stoccate portate a segno dai due concorrenti uno stesso numero tale da consentire a un concorrente di raggiungere quello previsto per ottenere la vittoria. In caso di parità si portano i due concorrenti al punteggio che corrisponde al massimo meno uno e si concede ancora una stoccata. Nella scherma si disputano incontri individuali, con gironi eliminatori e gironi finali, e a squadre, dove ogni concorrente che appartiene a una squadra si batte con tutti i concorrenti della squadra avversaria; in caso di parità si fa riferimento al numero delle stoccate ricevute dai singoli componenti d'ogni squadra; se vi fosse ancora parità l'incontro viene dichiarato nullo. Gli incontri vengono disputati su una pedana rialzata larga 1,80 m e lunga 12 m per il fioretto, 24 per la sciabola e 34 per la spada; inoltre vi deve essere un margine supplementare di due metri per consentire allo schermidore di indietreggiare senza il pericolo di cadere. Gli incontri ufficiali sono diretti da due arbitri o giudici di gara e da un presidente, che controllano la validità dei colpi portati; nel fioretto e nella spada si usa il bottone elettrico, indicatore luminoso che avverte della stoccata che raggiunge il bersaglio. Con il fioretto si può colpire l'avversario solo di punta e in una zona del corpo che comprende il busto e il collo, ma non le braccia. Con la spada si colpisce solo di punta ma in qualsiasi parte del corpo compresa la maschera. Nella sciabola si può colpire l'avversario di punta, di taglio e di contro taglio al capo, alle braccia e al busto sino alla cintura. Lo schermidore è dotato di una maschera speciale di protezione e di un completo bianco composto da un giubbotto imbottito, pantaloni, calze, scarpe e guanto da impugnatura. Gli sciabolatori usano anche gomitiere imbottite per difendersi dai colpi violenti di taglio. Si disputano, oltre alle gare olimpiche maschili e femminili, anche campionati sia per dilettanti sia per maestri, oltre a incontri internazionali. In Italia la scherma è regolata dalla FIS (Federazione Italiana Scherma, sorta nel 1909) che ha sede a Roma e che aderisce per l'attività olimpica al CONI e, per l'attività internazionale, alla FIE (Fédération Internationale d'Escrime), che ha sede a Parigi e che nel 1914 aveva fissato le regole agonistiche tuttora in vigore (una modifica ai regolamenti è stata apportata nel 1998, con l'istituzione di gare femminili nella sciabola, fino a quel momento l'unica delle tre armi limitata agli uomini) .

Bibliografia

Greco, La scherma di sciabola nella concezione delle due difese, Napoli, 1951; J. Benfratello, La scherma di sciabola, Palermo, 1954; M. Pecoraro Pessina, La scherma moderna, Roma, 1955; R. Gambaretti, Scherma, Padova, 1990.

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