Lessico

sf. [sec. XIV; da illustrare].

1) Atto ed effetto dell'illustrare; chiarimento, spiegazione, commento: l'illustrazione di una frase oscura; un'erudita illustrazione delle opere del museo. In concreto, figura, disegno o fotografia che correda un volume, un periodico e simile a scopo ornamentale o di chiarimento: libro ricco di illustrazioni; ci sono molte illustrazioni a colori e in bianco e nero.

2) Non comune, scherzoso, persona illustre, che dà decoro e vanto.

Storia: dalle origini al XV secolo

La ricerca dell'efficacia nella trasmissione del messaggio visivo, il perseguimento di un risultato estetico nel rapporto formale tra testi e illustrazioni, la cui evoluzione stilistica segue grosso modo i grandi movimenti dell'arte, il progresso delle tecniche di rappresentazione, dal disegno e dalla miniatura all'incisione e alle riproduzioni a stampa e fotografiche, costituiscono altrettanti aspetti determinanti nell'evoluzione dell'illustrazione attraverso il tempo. Il più antico esempio di illustrazione è il papiro Ramesseum (dal luogo del ritrovamento; fine del Medio Regno), in cui il testo relativo alla cerimonia dell'ascesa al trono del faraone Sesostri I è accompagnato da figure disegnate. Numerose copie del Libro dei morti e altri papiri funerari recano illustrazioni, spesso assai ricche e di altissimo pregio, come il papiro Ani (Londra, British Museum). Assai scarsi invece sono gli esempi di illustrazioni nei papiri greci: a parte gli schemi astronomici del papiro Letronne 1 del Louvre (165 a. C.), le prime illustrazioni significative in papiri greci sono in frammenti del sec. II d. C. Già tra il sec. III e il IV, con l'introduzione della pergamena e del libro a forma di codice in luogo del rotolo di papiro, l'illustrazione acquistò, soprattutto nei libri di maggior pregio, importanza assai maggiore che nel passato, come nell'Iliade della Biblioteca Ambrosiana. Fino al sec. XV la storia dell'illustrazione libraria si identificò con quella della miniatura, alla quale, con l'avvento della stampa tipografica, si affiancò, prendendo poi rapidamente il sopravvento, l'incisione: prima su legno, poi su metallo. Storicamente i primi libri illustrati con stampe di carattere essenzialmente descrittivo furono i libri xilografici (ca. 1450), particolarmente diffusi in Germania (Edelstein, 101 incisioni acquarellate dopo la stampa, Bamberg 1461; Bibbie, dette di Colonia e di Lubecca 1478, 1494; Weltchronic, 1493); ogni pagina veniva stampata servendosi di un'unica matrice lignea su cui erano stati incisi sia l'immagine sia il testo. Per quello che riguarda la qualità delle illustrazioni, l'Italia (soprattutto Firenze e Venezia) produsse gli esemplari più pregevoli, dalla Divina Commedia con illustrazioni calcografiche su disegni del Botticelli (Firenze, 1481) alla Hypnerotomachia Poliphili di F. Colonna edita da Aldo Manuzio (Venezia, 1499), nella quale fu raggiunto un equilibrio perfetto tra il testo e l'illustrazione delineata a puro contorno secondo uno stile tipico del periodo rinascimentale.

Storia: dal XVI a oggi

Nel sec. XVI l'illustrazione, facendosi più ricca e ornata, cominciò a tendere all'indipendenza stilistica e di impaginazione nei confronti del testo scritto: spesso a tutta pagina, fu talvolta riprodotta e venduta separatamente dal testo. Seguendo l'evoluzione dell'incisione in generale, l'illustrazione si arricchì via via di motivi ornamentali (cammei, fregi, cornici, ecc.). Contemporaneamente le esigenze di precisione e di chiarezza imposte dall'illustrazione dei libri scientifici (Vesalio, De humani corporis fabrica, 1543) finirono con l'affrettare il passaggio dalla tecnica xilografica all'incisione su rame. Andò così perduto quell'armonioso rapporto stilistico tra carattere tipografico e illustrazione, tipico dei libri quattrocenteschi, mentre si complicava la tecnica di stampa che richiedeva due momenti distinti. Alcuni tra i massimi artisti europei del Rinascimento furono anche illustratori: così Dürer, H. Baldung Grien, Burgkmair in Germania; H. Holbein il Giovane in Svizzera; Luca da Leida, Van Aelst in Olanda; Tory e Cousin in Francia. Nei sec. XVI e XVII si pubblicarono numerose raccolte di tavole d'architettura, ritratti, antichità, scienze naturali, imprese ed emblemi cui collaborarono spesso vari incisori che si valevano delle tecniche calcografiche (Speculum romanae magnificentiae, 1546). Nel sec. XVII la più costosa incisione in rame fu spesso impiegata nell'esecuzione dei frontespizi, veri e propri “ingressi” monumentali al testo. Disegnarono frontespizi Rubens, Poussin, Nanteuil, Callot, Della Bella ecc. Un nuovo e più integrato rapporto tra testo e illustrazione si instaurò nel sec. XVIII con la vignetta, piccola incisione mirante a sottolineare con immediatezza un passo del testo: centro di questa moda fu Parigi, dove operarono Gillot, Boucher, Fragonard, Eisen, Cochin, Moreau Le Jeune. Nel sec. XVIII in Italia si dedicarono alla vignetta o all'illustrazione a piena pagina artisti come Canaletto, i Tiepolo, il Piazzetta (Gerusalemme liberata, 1745). In Inghilterra l'attività di Hogarth, Bewick, Blake (Songs of Innocence, 1789) costituì un momento felice e innovatore nel campo dell'illustrazione. Nel secolo successivo, e in tutt'altro clima culturale Morris e Burne-Jones tentarono di restaurare l'equilibrio tra illustrazione e testo che aveva caratterizzato il libro rinascimentale (Racconti di Canterbury, 1896), tentativo al quale si ricollega tutto il filone attuale del libro con illustrazioni d'arte, che si affianca, distinguendosi per il suo carattere artigianale e la limitatezza delle tirature, al libro illustrato di grande diffusione, che si avvale invece della tecnica litografica prima, e di riproduzione fotomeccanica poi. Nel sec. XIX nel campo dell'illustrazione si distinse la Francia, oltre che per la grande fioritura di giornali satirici illustrati (Daumier), per l'opera eccellente di Delacroix (Goethe, Faust, 1828), e quella popolarissima ed efficace di G. Doré (Dante, Inferno, 1861). Nel corso del secolo si assiste anche ad un recupero, in alcune edizioni d'arte, della xilografia e dell'acquaforte, proseguito poi nei decenni successivi. Sempre in Francia, agli albori del sec. XX, dal sodalizio di alcuni grandi pittori e autori di testi (Apollinaire e Dérain, L'enchanteur Pourrissant, 1909; Malraux e Léger, Lunes en Papier, 1921) venne definendosi uno dei fenomeni qualitativamente più alti della storia dell'illustrazione, destinato a diffondersi in Europa e in America, impegnando molti dei massimi artisti contemporanei (Illo e Picasso, Tauromachia, 1960). In Italia Campigli, De Pisis, Carrà, Guttuso e altri pittori di fama hanno ideato illustrazioni per edizioni d'arte. Alla fine del Novecento e nel primo decennio del Duemila, a parte la letteratura per l'infanzia, non si producono quasi più libri illustrati per adulti, eccezion fatta per l'immagine di copertina o per i fumetti. Si è verificata dunque una notevole restrizione del mercato, anche nel mondo pubblicitario. Ormai le agenzie realizzano i lay-out (i bozzetti del progetto un tempo fatti a mano) al computer, utilizzando la fotografia in modo massiccio. Nelle accademie di belle arti ci sono corsi per divenire illustratore multimediale e tutto viene disegnato con il programma Adobe Illustrator.

Bibliografia

C. Ratta, Gli adornatori del libro in Italia, Bologna, 1923-27; M. Sander, Le livre à figures italien depuis 1467 jusqu'à 1530, Milano, 1942: G. Morazzoni, Il libro illustrato veneziano del Settecento, Milano, 1943; E. Aeschlimann, Bibliografia del libro d'arte italiano, Roma, 1952; D. Bland, A History of Book Illustration, Londra, 1958.

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