infedéle

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agg., sm. e f. [sec. XIV; dal latino infidēlis].

1) Agg., che non è fedele, che vien meno alla fedeltà, alla fiducia; che non rispetta la parola data o le promesse fatte: amico infedele, moglie infedele. Per estensione, che non rispecchia la realtà, che non è conforme al vero: racconto infedele, ritratto infedele; in particolare, copia infedele, non conforme all'originale; memoria infedele, che ritiene poco o male; traduzione infedele, che non si attiene al testo originale.

2) Sm. e f., chi non ha la vera fede; più propr., per la teologia cattolica, i non battezzati. Si distinguono in monoteisti (ebrei e maomettani), politeisti (indù, buddhisti, ecc.) e atei. In senso puramente negativo sono coloro che senza colpa non conoscono la vera fede; in senso privativo, quelli che non la conoscono per propria colpa; in senso formale, quelli che la rigettano avendone una conoscenza sufficiente. Per il diritto canonico gli infedeli sono, a tutti gli effetti, al di fuori della giurisdizione della Chiesa; non possono ricevere i sacramenti né essere giudicati dai tribunali ecclesiastici.

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