litosfèra

sf. [sec. XX; lito-+-sfera]. Primo involucro dell'interno della Terra con comportamento rigido (spessore circa 70 km), comprendente tutta la crosta e parte del mantello, fino al limite con l'astenosfera. Si tratta di una suddivisione dell'interno del pianeta basata non sulla composizione chimico-mineralogica, bensì sul comportamento meccanico. I dati sismici mostrano, infatti, che dal punto di vista meccanico crosta e mantello superiore costituiscono un involucro solidale rigido, non continuo, che galleggia sul materiale astenosferico più pesante e plastico e nel quale si ha un continuo aumento della velocità delle onde sismiche. La mancanza di continuità è data dall'esistenza di enormi fratture litosferiche che dividono la litosfera in un mosaico di grandi zattere galleggianti, indipendenti l'una dall'altra, chiamate placche o zolle. Le grandi fratture litosferiche che separano le placche possono essere attive in diverso modo, individuando tre tipi di margine: distensivo (vedi dorsale), conservativo e convergente. Nell'ambito della teoria della tettonica a placche la litosfera (che può essere distinta in continentale e oceanica a seconda del tipo di crosta dalla quale è formata) si origina grazie ai processi di differenziazione magmatica del mantello astenosferico in due settori geodinamici distinti del pianeta: la litosfera oceanica si forma continuamente con l'intrusione di gabbri e l'estrusione di lave basaltiche lungo le dorsali oceaniche; la litosfera continentale si forma, invece, lungo i margini convergenti, laddove si ha subduzione (con conseguente formazione di un arco riolitico-andesitico) o collisione con intrusione di batoliti granitici.

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