Lessico

sm. [sec. XX; da mira].

1) Appendice situata in prossimità della volata nelle armi da fuoco portatili, avente lo scopo di consentire la collimazione con la tacca di mira e dirigere l'arma sul bersaglio. I mirini possono avere varie forme in funzione del profilo trasversale che si vuole ottenere, che può essere triangolare, rettangolare, trapezoidale o sferico (mirino a grano d'orzo). Nelle pistole si usano talvolta i mirini a rampa che hanno la faccia posteriore zigrinata e obliqua al fine di facilitare l'estrazione dell'arma dalla fondina.

2) In fotocinematografia, dispositivo per controllare l'inquadratura in sostituzione del vetro smerigliato posto sul piano focale. Il più semplice è il mirino a traguardo (mirino sportivo) costituito da una cornice e da un punto di mira che serve per centrare la scena inquadrata, eventualmente con un filo in croce nella cornice per facilitare l'operazione. Il mirino galileiano è costituito da un sistema ottico a cannocchiale nel quale sono spesso segnate varie cornici per delimitare il campo inquadrato con diversi obiettivi. Spesso viene detto mirino anche il dispositivo per il controllo dell'inquadratura delle macchine reflex monoculari e binoculari (vedi fotografica, macchina).

Fotocinematografia

Nelle cineprese, per consentire la necessaria visione continua del soggetto si usano mirini galileiani oppure del tipo reflex modificato. Nel mirino reflex continuo il fascio di luce proiettato dall'obiettivo viene diviso in due parti con un prisma che ne rinvia una frazione verso l'oculare. Nel mirino reflex intermittente l'otturatore possiede una superficie speculare che, nella fase di chiusura, rinvia verso il mirino tutta la luce proiettata dall'obiettivo. Nei sistemi galileiani il mirino si trova necessariamente disassato rispetto all'obiettivo di ripresa e l'immagine effettivamente fotografata è diversa da quella inquadrata, soprattutto nelle riprese a piccola distanza. Questo inconveniente (errore di parallasse) non si verifica con la visione reflex monoculare, in quanto la visione avviene attraverso lo stesso obiettivo usato per la ripresa. Il mirino, oltre che per l'inquadratura, può servire anche per il controllo della messa a fuoco con un telemetro a collimazione d'immagine, nei mirini galileiani, oppure mediante un vetro smerigliato nei mirini reflex. Nei moderni apparecchi reflex compaiono nel mirino molte informazioni: diaframma impostato, tempo di scatto, segnale di “pronto flash", inserimento di particolari automatismi o di starature intenzionali; sia nelle reflex sia nelle compatte con messa a fuoco automatica, al centro del mirino è indicata con un riquadro la zona esplorata dall'automatismo. Negli apparecchi amatoriali per ripresa televisiva (camcorder) il mirino è costituito da un piccolo schermo elettronico, generalmente da 0,7", in bianco e nero o a colori oppure da un display LCD con dimensioni da 2 o 3" spesso montato esternamente e ruotabile. Su di esso è possibile rivedere le scene registrate, sia immediatamente dopo la ripresa, sia in un secondo tempo. Vi appaiono anche i segnali relativi alla registrazione (stand-by, pausa, ripresa in corso), le impostazioni di ripresa (messa a fuoco, controluce, sovraesposizione) e le informazioni ausiliari: batteria scarica, fine del nastro ecc.

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