Lessico

sf. [sec. XIV; da pelliccia]. Industria per la concia della pelle di animali da pelliccia; per estensione, laboratorio in cui vengono confezionate, negozio di vendita di pellicce; assortimento di pellicce.

Tecnica: generalità

La pellicceria si occupa esclusivamente della trasformazione a mezzo della concia delle pelli grezze di animali da pelliccia delle specie più pregiate (visone, cincillà, zibellino, ecc.) come di quelle di minor valore (coniglio, agnello, ecc.). I procedimenti di concia delle pelli con pelo hanno molte analogie con quelli del cuoio e dei pellami. Generalmente, la pellicceria lavora pelli per conto terzi, cioè pelli che i commercianti hanno acquistato allo stato grezzo presso le grandi aste che periodicamente si tengono a New York, Londra, Stoccolma, ecc., e che consegnano alle pelliccerie perché siano trasformate con la concia e rese utilizzabili per le confezioni di abbigliamento. In secondo luogo, data la peculiarità del materiale e, in genere, il suo grande valore, la lavorazione avviene su scala e con criteri artigianali. Ciò non toglie che esistano pelliccerie le quali sono in grado di fornire grandi produzioni e con metodi assai moderni. Nelle pelliccerie i lavori di riviera sono ridotti al solo rinverdimento delle pelli (che generalmente sono conservate secche) e alla scarnatura; non si effettuano calcinaio e depilazione che distruggerebbero la parte più pregiata, in questo caso, delle pelli: l'epidermide e i peli. Il valore più elevato delle pelli da pelliccia è dato dal mantello, mentre la pelle vera e propria ha un valore secondario. Perciò tutte le cure sono dedicate a conservare inalterate e a esaltare le qualità del pelo o della lana che ricoprono la pelle. Le pellicce rinverdite e sgrassate vengono scarnate: la scarnatura serve ad asportare il carniccio dal lato carne e può essere fatta a mano o a macchina, in diversi modi, secondo il tipo e le condizioni delle pelli da scarnare. In ogni caso, trattandosi di pelli delicate e sottili, occorre procedere con perizia e precauzione per evitare di produrre lacerazioni o tagli nelle pelli. Segue la concia, la quale può essere effettuata all'allume di rocca, al piclaggio (concia Lipsia), all'olio, al cromo, alla formaldeide, alla glutaraldeide e, più di rado, al tannino. Il conciante può essere applicato per immersione delle pelli in bagno, oppure a spazzola. In ogni caso è indispensabile che il cuoio risulti morbido, cascante e resistente agli agenti chimici nonché alle sollecitazioni meccaniche e, contemporaneamente, il pelo deve risultare soffice e lucente. Terminata la concia, le pelli vengono centrifugate, per eliminare l'eccesso di liquido conciante che le impregna, e ingrassate. L'ingrasso viene effettuato a spazzola, applicando sul lato carne delle pelli delle emulsioni oleose che, con una sosta delle pelli in pila di 24 ore, penetrano nel tessuto dermico e lubrificano le fibre. In casi particolari l'ingrasso viene effettuato per immersione. All'ingrasso seguono l'asciugaggio, la condizionatura e la rifinitura del pelo per follonatura con segatura. Spesso le pellicce vengono tinte, allo scopo soprattutto di imitare, su pelli non molto pregiate, le pelli di maggior valore. Altre volte la tintura viene effettuata per ottenere colori di fantasia o semplicemente per correggere particolari tonalità di tinta. Per la tintura delle pellicce si impiegano coloranti d'ossidazione, coloranti naturali e particolari tipi di coloranti anionici e cationici.

Tecnica: attrezzature

Fra le attrezzature utilizzate per la lavorazione delle pellicce vi sono bottali e aspi, ma di dimensioni ridotte rispetto a quelli usati nelle concerie di cuoi e pellami; bottali a lamiera e a rete; scarnatrici rotative, a disco, a mano; centrifughe; macchine per stirare, per cardare, per rasare il pelo, per spuntare il pelo setoloso; per palissonare a tavolo.

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