postìccio

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agg. e sm. (pl. f. -ce) [sec. XIV; aferesi dell'ant. apposticcio, che risale al latino tardo appositicíus, da apponĕre, apporre, porre vicino].

1) Agg., di ciò che è aggiunto; finto, artificiale: capelli, baffi, denti posticci. Per estensione, provvisorio, destinato a essere tolto o trasformato: un recinto posticcio.

2) Sm., ciuffo di capelli, veri o artificiali, aggiunto alla normale capigliatura. Il suo uso, risalente alla più remota antichità, fu rilanciato dalla moda intorno agli anni Sessanta per arricchire una capigliatura rada sia maschile sia femminile. È detto preferibilmente, con termine francese, toupet.

3) Pianta interrata provvisoriamente in attesa di essere trapiantata. Per estensione, vivaio, terreno con piantine da trapiantare.

4) In marina, il secondo vogatore di ciascun remo delle galere, dopo il vogavanti; anche la struttura, formata da telai e tavolati, sovrapposta allo scafo vero e proprio delle galere, in modo da formare la piattaforma per i vogatori, gli armati, ecc.; remo posticcio, quello aggiunto a un altro, in modo che ve ne fossero due per banco.