prammàtica sanzióne

costituzione imperiale usata per provvedimenti eccezionali, o per la concessione di privilegi. Costituiva fonte di diritto, ma in subordine alle leggi dello Stato. In seguito, con questo nome si designavano gli editti sovrani atti a regolare alcune materie riguardanti l'organizzazione dello stato (successioni, rapporti tra Stato e Chiesa). ❏Prammatica sanzione di Giustiniano (Pragmatica sanctio pro petitione Vigilii). Costituzione emanata da Giustiniano nel 554, su richiesta del papa Vigilio, allo scopo di estendere all'Italia, ricongiunta all'Impero dopo la vittoria sugli Ostrogoti, la legislazione imperiale. Essa consta di 27 capitoli: annulla le leggi dei re ostrogoti succeduti a Teodato e restaura le posizioni dell'aristocrazia fondiaria (revocando in particolare i provvedimenti di Totila a beneficio delle masse rurali), detta norme tributarie e relative alle monete, ai pesi e alle misure, regola rapporti di natura privata e pubblica turbati durante la guerra, attribuisce ampi poteri amministrativi ai vescovi (che tuttavia li esercitavano già di fatto). Nonostante le prescrizioni della Prammatica sanzione, la legislazione di Giustiniano e quella dei suoi successori ebbero in Italia un'applicazione assai limitata.❏Prammatica sanzione di San Luigi. Documento attribuito (a torto perché falso) a Luigi IX, re di Francia e datato 1269: offre garanzie per i privilegi, che più tardi sarebbero stati riconosciuti al clero dalla Prammatica sanzione di Bourges (1438). Fino al 1789 il documento formò lo Statuto delle libertà del clero gallicano. Oggi la critica storica propende a considerarlo un falso compilato dal clero al tempo di Carlo VII o con maggiore probabilità dai suoi cortigiani, perché in realtà i famosi “privilegi del clero” servivano molto più al re per affrancarsi da certi obblighi verso la Santa Sede.❏Prammatica sanzione di Bourges. Costituzione promulgata da Carlo VII re di Francia nel 1438: in ossequio ai decreti del Concilio di Basilea, il documento dettava le norme disciplinari per il clero francese nei suoi rapporti interni e in quelli con il papato, enunciando la superiorità del concilio sul papa; toglieva il diritto di nomina dei vescovi francesi alla Santa Sede e lo affidava ai capitoli delle cattedrali e ai conventi; riconosceva al re e ai grandi feudatari il diritto di “raccomandare” i propri candidati nella nomina a sedi abbaziali e vescovili; limitava i tributi da pagare alla Santa Sede e la pratica delle scomuniche. Decaduta dopo il Concordato di Bologna (1516), la Prammatica sanzione di Bourges continuò a operare con il suo spirito autonomistico fino al 1789. §Prammatica sanzione di Carlo VI. Disposizione con cui l'imperatore Carlo VI garantiva alla propria famiglia la continuità e l'unità della successione: in caso di mancanza di eredi maschi, essa sarebbe toccata alla di lui figlia primogenita e ai suoi discendenti o, in subordine, alla figlia primogenita del fratello Giuseppe. Tale norma fu sottoposta al riconoscimento delle potenze europee con appositi patti: Spagna (1725), Prussia (1728), Gran Bretagna (1731), Francia (1738). Ma già nel 1740, salita al trono Maria Teresa, la Prussia denunciava l'accordo invadendo la Slesia e provocando la guerra di successione austriaca. La Prammatica sanzione fu il fondamento del diritto pubblico dell'Impero asburgico fino al suo crollo.