scarlattìna

sf. [sec. XVIII; da scarlatto]. Malattia infettiva acuta, esantematica, sostenuta dallo streptococco beta-emolitico di gruppo A (l'unica esantematica a eziologia batterica). La predisposizione a contrarre la scarlattina varia secondo le età ed è massima fra i 3 e i 10 anni. L'andamento stagionale si ripercuote nel decorso epidemico, soprattutto nel periodo autunnale e invernale. L'agente patogeno ha sede nella secrezione del retrobocca e nelle squamette epidermiche che si distaccano dopo l'esantema; la sua resistenza nell'ambiente è abbastanza elevata. Le vie di diffusione sono rappresentate dall'aria durante il periodo desquamativo, per la possibilità del trasporto di lembi cutanei, dal contatto diretto malato-sano e indiretto mediante giocattoli, posate, bicchieri, biancheria ecc. Il rischio di contagio è rappresentato dal periodo di incubazione (che è asintomatico), dai portatori sani e dalle forme di infezione a decorso estremamente benigno e prive di evidenti manifestazioni cliniche caratteristiche. La via di penetrazione dei germi è il retrobocca, dal quale per via ematica essi si diffondono rapidamente in tutto l'organismo. La scarlattina insorge bruscamente dopo un periodo di incubazione di 2-8 giorni con febbre elevata (fino a 39-40 ºC), preceduta da brividi, cefalea, tachicardia, angina, lingua a lampone per disepitelizzazione; trascorsi 2-4 giorni compare l'esantema (eritemato-papuloso puntiforme), che rapidamente si estende a tutto il corpo; dopo 1-2 giorni la manifestazione cutanea tende a impallidire e scompare dando luogo a desquamazione furfuracea diffusa al termine di una o due settimane. Un tempo frequenti, le forme cliniche gravi della malattia sono oggi estremamente rare. La diagnosi è facile quando la sintomatologia è tipica, ma è molto difficile nelle forme lievi. La conferma diagnostica si ottiene con la ricerca dello streptococco nelle secrezioni faringee prelevate mediante tampone. Le complicazioni più frequenti e precoci sono costituite da reumatismo scarlattinoso, miocardite, nefrite interstiziale acuta (tutte di natura tossica); complicazioni tardive possono manifestarsi dopo una ventina di giorni con ricomparsa di esantema e glomerulo-nefrite acuta. La cura consiste nell'impiego tempestivo di penicillina. La profilassi si attua con l'isolamento dei malati e con la disinfezione della camera e degli oggetti in essa contenuti. La denuncia è obbligatoria. Dopo l'infezione resta un'immunità verso la tossina, ma non verso altre infezioni da streptococco.

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