Definizione

sf. [sec. XIV; latino urīna]. Prodotto dell'attività funzionale del rene che viene periodicamente eliminato all'esterno con l'atto della minzione attraverso gli ureteri, la vescica e l'uretra (vie urinarie). Le proprietà fisiche e la composizione chimica dell'urina sono molto variabili, in relazione a fattori alimentari, metabolici e costituzionali. Il volume giornaliero nell'individuo adulto è di 1000-1600 ml e varia con la quantità di liquidi ingeriti; la densità è solitamente compresa tra 1015 e 1022. Il pH è di norma acido, ma può variare da 4,4 a 8 con valori medi intorno a 6. Il mantenimento del pH entro i limiti fisiologici deriva principalmente dall'azione tampone dei fosfati (HPO4-2 e H₂PO4-), la cui quantità totale è piuttosto costante, mentre molto variabile è il rapporto tra le due specie ioniche. Al momento dell'emissione l'urina è chiara, trasparente, ma può risultare torbida a seguito di un pasto abbondante o di una dieta alcalina. Se l'urina viene lasciata riposare per un certo tempo, si osserva la formazione di un precipitato fioccoso costituito dal muco delle vie urinarie e compaiono, specie nelle urine alcaline, cristalli di fosfati. Le urine possono risultare torbide anche per un elevato contenuto di lipidi. L'urina risulta normalmente di colore giallo più o meno intenso. Una colorazione anomala compare in certe malattie o in seguito all'eliminazione di sostanze colorate. L'odore è di norma debole, aromatico; esso risulta completamente modificato in seguito all'ingestione di certe sostanze, come timolo, aglio, asparagi ecc. Odore di frutta si rileva in caso di acetonuria; la decomposizione dell'urina determina la comparsa di un odore fetido dovuto all'ammoniaca e all'idrogeno solforato. Verrà qui brevemente esaminato il significato di alcuni componenti dell'urina. Uno dei costituenti principali è l'urea, che viene eliminata nella quantità di ca. 30 g giornalieri. Se l'urina viene lasciata a contatto dell'aria per un certo tempo l'urea va incontro a fermentazione ammoniacale, per l'intervento di un microrganismo, il Micrococcus ureae, che scinde tale sostanza in ammoniaca e anidride carbonica. L'urina diventa allora fortemente alcalina. Un altro normale costituente dell'urina è l'acido urico, che costituisce il prodotto terminale del metabolismo nucleoproteico. L'acido urico e i suoi sali, gli urati, sono sostanze a bassa solubilità; nell'urina essi tendono a precipitare con formazione di un sedimento colorato, dovuto all'assorbimento nei cristalli di un pigmento urinario detto uroeritrina. Va pure ricordata tra i costituenti ordinari dell'urina la creatinina che si forma dal creatinfosfato nei muscoli. La quantità di creatinina eliminata nelle 24 ore è piuttosto costante (1 g ca.), con variazioni legate allo sviluppo delle masse muscolari. Nell'urina si trovano inoltre piccole quantità di pigmenti biliari, costituiti prevalentemente da urobilina, acido ippurico e tracce di numerosi altri composti organici. Nel corso di certe malattie compaiono nell'urina sostanze che di norma non sono presenti (costituenti patologici dell'urina), oppure si riscontrano in notevoli quantità composti che di solito sono presenti solo in tracce. La comparsa di glucosio nelle urine (glicosuria) avviene quando la glicemia supera la soglia renale (1,8‰); ciò succede in particolare nel diabete mellito. L'urina è normalmente priva di proteine plasmatiche, tuttavia se i glomeruli renali sono sede di processi infiammatori (glomerulonefrite) si ha un aumento di permeabilità delle membrane attraverso le quali avviene la filtrazione; l'albumina, che rappresenta la proteina plasmatica con più basso peso molecolare, passa in tal caso attraverso il filtro glomerulare e compare nell'urina. Alterazioni dell'apparato glomerulare sono anche indicate dalla comparsa nelle urine di elementi figurati del sangue (globuli rossi, leucociti), mentre in seguito ad alterazioni della parte tubulare del nefrone compaiono nel sedimento urinario i cosiddetti cilindri, costituiti da cellule del sangue, da cellule epiteliali desquamate e da materiale lipidico. I pigmenti biliari compaiono in forte quantità nelle urine nell'ittero, mentre l'aumento di escrezione dei corpi chetonici (acetone, acido acetacetico, acido b-ossibutirrico) si verifica tipicamente nel diabete mellito.

Etologia: la marcatura

Poiché nei Mammiferi ai dotti urinari periferici sono spesso annesse ghiandole odorifere particolari il cui secreto si mischia a quello dell'urina, questa è spesso usata come mezzo per marcare oggetti o altri individui. La marcatura dei confini o dei sentieri territoriali tramite urina è infatti quasi universalmente presente nei Mammiferi che difendono territori. L'effetto degli odori contenuti nella marcatura è repulsivo in modo evidente nei confronti degli individui dello stesso sesso e attrattivo nei confronti di quelli del sesso opposto. L'aspersione di altri individui con urina può aver luogo in contesti diversi: i topi e i ratti, per esempio, bagnano di urina i componenti del loro stesso gruppo sociale, sicché tutti acquistano lo stesso odore e tramite quello possono riconoscersi; in alcune specie di Roditori, Insettivori e Lagomorfi, invece, l'aspersione diretta di urina è adottata sia dalle femmine non ricettive sui maschi che tentano di montarle, e in questo caso ha funzione protettiva, sia dai maschi nei confronti delle femmine ricettive, e in questo caso fa parte del corteggiamento ed equivale a una presa di possesso della femmina. Alcune antilopi, e segnatamente il lichi del Nilo (Kobus megaceros), effettuano una marcatura indiretta delle femmine del proprio harem, bagnandosi prima la parte ventrale del collo, tenuto abbassato, con un getto di urina e quindi posando o strofinando il collo sul dorso delle femmine; anche i maschi possono essere marcati, ma in questo caso con l'odore dell'urina mista alle feci su cui il maschio competitore strofina le corna prima dei combattimenti; si ritiene che la marcatura degli avversari abbia su questi una funzione terrifica.

Etologia: il comportamento di urinazione

Data l'importanza dell'urina, negli animali territoriali, anche il comportamento di urinazione ha subito modifiche singolari: durante la giornata alcune specie emettono piccole quantità di urina numerose volte e in molti luoghi diversi, altre grandi quantità in pochi luoghi; inoltre l'urina può essere lanciata con forza a grande distanza, come nei rinoceronti, o lasciata cadere direttamente sul terreno; i maschi di molti felidi, variando la posizione del corpo, sono in grado di urinare sia orizzontalmente verso dietro, marcando oggetti a una certa altezza dal suolo, che direttamente sul terreno; nel secondo caso, al termine dell'urinazione, raspano il terreno alcune volte con le zampe posteriori, lanciando la terra intrisa di urina su un'area più ampia. È ben nota la differenza sessuale della posizione assunta per orinare dai Canidi, con le femmine acquattate e i maschi in piedi, con una zampa posteriore ben sollevata; le femmine orinano sul terreno, i maschi aspergono oggetti a una certa altezza, sicché l'urina viene meno assorbita e la marcatura olfattiva persiste più a lungo; i cuccioli di sesso maschile assumono per orinare la stessa posizione delle femmine, ma appena incominciano a maturare sessualmente e iniziano la produzione di testosterone sollevano anch'essi la zampa.

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