Lessico

sm. (solo sing.) [sec. XIII; latino sanguis-ínis o sanguen-ínis].

1) Fluido che circola nell'apparato cardiovascolare degli animali superiori. Nelle loc.: avere il sangue grosso, la pressione alta; donatore di sangue, chi offre il proprio sangue per le trasfusioni; bistecca al sangue, cotta solo superficialmente, con la parte interna semicruda. In funzione appositiva, rosso sangue, color sangue, rosso vivo.

2) Con riferimento alla fuoruscita del sangue dall'organismo per varie cause: una macchia, una pozza di sangue; gli esce sangue dal naso; fermare, tamponare il sangue; avere una perdita di sangue, un'emorragia; sputare sangue, avere un'emottisi. Nelle loc. estens. e fig.: percuotere, picchiare qualcuno a sangue, tanto violentemente da fargli uscire il sangue; duello al primo sangue, che si interrompe alla prima ferita inferta; duello all'ultimo sangue, che ha termine solo con la morte di uno dei due contendenti; lotta, contesa condotta fino all'eliminazione completa dell'avversario; voler cavare sangue da una rapa, pretendere di ottenere da una persona ciò che non è in grado di dare o fare. Per estensione, la vita: dare il sangue per la patria, per un ideale; versare il sangue per qualche cosa, sacrificarvi la propria vita: “ove fia santo e lagrimato il sangue/per la patria versato” (Foscolo).

3) Fig., per indicare ferimenti, uccisioni, morte o violenza in genere: la guerra ha fatto scorrere molto sangue; spargere sangue, uccidere, commettere una strage; fatto di sangue, delitto; giorno, notte di sangue, in cui si sono compiuti delitti, uccisioni; pagare col sangue, rimettendoci la vita; soffocare la ribellione nel sangue, domarla con la violenza, uccidendo molti dei partecipanti; lavare, vendicare un'offesa nel sangue, vendicarla uccidendo l'offensore; sete di sangue, follia omicida, smania di vendetta; aborrire il sangue, detestare la violenza; battesimo di sangue, il martirio subito per la fede; il partecipare per la prima volta a uno scontro sanguinoso; grondare sangue, aver commesso un omicidio, aver ucciso.

4) In molte espressioni fig. indica la parte più intima della persona, la forza vitale, lo spirito, il sentimento più profondo e simili: avere una cosa nel sangue, possederla per istinto o avere per essa una predisposizione particolare: il ragazzo ha la musica nel sangue; sentirsi una cosa nel sangue, presentirla, presagirla; piangere lacrime di sangue, lacrime amarissime, per lo più di pentimento; sudare sangue, compiere un'immensa fatica, uno sforzo enorme; guastarsi il sangue, farsi il sangue amaro, farsi cattivo sangue, rodersi l'animo, tormentarsi, crucciarsi, adirarsi; il sangue gli salì, gli andò alla testa, fu preso da violenta collera, da furore; il sangue gli montò al viso, arrossì, s'infiammò d'ira, di vergogna e simili; sentirsi ribollire, rimescolare il sangue, provare grande ira, sdegno, essere in preda a una forte agitazione; sentirsi gelare il sangue, essere preso da grande spavento, dal terrore; non avere sangue nelle vene, essere di temperamento freddo, insensibile, flemmatico; avere il sangue caldo, bollente, essere di temperamento focoso, passionale; a sangue caldo, nel pieno dell'ira o della passione, senza riflettere; sangue freddo, padronanza assoluta di sé, controllo dei propri nervi; a sangue freddo, con determinazione, con calma studiata e spesso maligna, freddamente; calma e sangue freddo!, invito a restare calmo, a non perdere il dominio di sé, a non lasciarsi trasportare dall'emozione, dalla passione; costare sangue, costare grande fatica, grandi sacrifici; succhiare il sangue a qualcuno, carpirgli tutto il denaro, esigere da lui più di quanto possa dare.

5) L'insieme dei caratteri ereditari che vengono trasmessi col sangue, di padre in figlio; razza, stirpe: avere lo stesso sangue; essere di sangue reale, popolano; un cavallo di puro sangue (o purosangue), di razza pregiata; sangue blu, quello dei nobili, degli aristocratici; principe del sangue, che appartiene alla famiglia stessa del re; nobiltà di sangue, ereditaria; buon sangue non mente, a proposito di un giovane che presenta inclinazioni ereditarie. Per estensione, legame di parentela, discendenza: i vincoli del sangue; quelli del proprio sangue, i propri parenti; la voce del sangue, istinto naturale che lega affettivamente i congiunti più stretti. Con significato più concreto, la famiglia, i figli: il sangue del mio sangue. Anche con riferimento a unità etniche: il sangue italiano, la razza italiana o l'insieme degli Italiani.

6) Si usa talvolta in escl. popolari: sangue di Giuda!; sangue di Cristo!

Fisiologia: generalità

Negli animali invertebrati il sangue è normalmente privo di elementi cellulari propri ed è incolore oppure contiene pigmenti respiratori che, legandosi labilmente all'ossigeno, ne aumentano la capacità di trasporto: fra questi i principali sono l'emoeritrina, l'emocianina, la clorocruorina e l'emoglobina. Nei Vertebrati il sangue contiene svariati tipi cellulari e il pigmento respiratorio tipico, l'emoglobina, è concentrato in particolari cellule, dette eritrociti o emazie, condizione che aumenta ulteriormente l'efficienza di trasporto dell'ossigeno. Il sangue dei Vertebrati è pertanto un particolare tessuto che consta di una frazione liquida (plasma), che rappresenta la trama intercellulare e che non è elaborata dalle cellule sanguigne, e di una frazione corpuscolata, la quale comprende diverse serie di cellule distinguibili (i cosiddetti elementi figurati), in base ai caratteri morfologici specifici, in eritrociti (o globuli rossi), piastrine e leucociti (o globuli bianchi). Questi ultimi non rappresentano una classe omogenea di cellule, poiché comprendono linfociti, monociti e granulociti polimorfonucleati; i granulociti si differenziano, a loro volta, in neutrofili, basofili ed eosinofili. Nei diversi Vertebrati gli eritrociti possono variare per numero, forma e dimensione, soprattutto in rapporto al grado di specializzazione raggiunto nella funzione di trasporto dei gas respiratori tramite l'emoglobina in essi contenuta. Nella maggior parte dei Vertebrati essi si presentano come cellule ellissoidali piuttosto appiattite, provviste di nucleo e, in corrispondenza di questo, biconvesse. Fanno eccezione i Ciclostomi che hanno eritrociti discoidali e i Mammiferi i cui eritrociti sono discoidali, privi di nucleo e biconcavi; tra i Mammiferi i Camelidi hanno eritrociti ellissoidali ma sempre privi di nucleo. In genere, con l'aumentare delle esigenze respiratorie, i globuli rossi diventano sempre più numerosi e sempre più piccoli, aumentando cioè la loro superficie a parità di volume. Così, il numero di eritrociti ammonta nei Pesci da alcune decine a poche centinaia di migliaia per mm3 e il loro diametro può raggiungere e superare i 100 μ; negli Uccelli sale a qualche milione e il loro diametro è di ca. 20 μ; nei Mammiferi varia dai 5 milioni dell'uomo (diametro 7-8 μ), ai 19 milioni delle gazzelle (diametro 2,6 μ). Nel sangue degli Uccelli, che hanno esigenze respiratorie non inferiori ai Mammiferi, la scarsità numerica di eritrociti è compensata da un loro maggiore contenuto in emoglobina. I leucociti hanno l'aspetto di masserelle gelatinose del diametro di pochi micron; sono dotati di nucleo e provvisti di pseudopodi che ne facilitano i movimenti; possono presentare variazioni numeriche in assoluto o in rapporto percentuale, entro certi limiti, caratteristiche per il sangue dei Vertebrati di ciascuna classe e di ogni singola specie. Il loro numero varia tra 5000 e 9000 per mm3 in funzione dell'età, dello stato fisiologico e delle eventuali condizioni patologiche dell'individuo. Il numero di leucociti dei diversi tipi, espresso come percentuale del numero totale, costituisce la formula leucocitaria. Le piastrine si trovano nel sangue circolante in numero compreso tra 200.000÷300.000 per mm3; hanno un diametro di 2-3 μ e presentano una parte centrale colorabile (cromomero) circondata da una parte chiara, trasparente, detta ialomero. Nell'individuo adulto la massa sanguigna totale è ca. 5 litri, corrispondendo, in misura approssimativa, a 1/12 del peso corporeo. Il rapporto tra la componente corpuscolata e quella plasmatica viene definito “valore ematocrito”; in condizioni normali esso è costante e corrisponde al 45% per gli elementi corpuscolati e al 55% per il plasma. Gli elementi corpuscolati, infatti, mantengono costante sia la forma e la struttura sia il loro numero, ciò che porta a conservare inalterato il valore ematocrito (omeocitostasi); questo equilibrio, indice di buona condizione dell'organismo, è dovuto a una serie di reazioni fisiologiche conseguenti a complessi stimoli (per esempio caduta della pressione osmotica del plasma, lisi di elementi corpuscolati, ecc.) che tendono a ripristinare il volume e la composizione chimica del plasma e quindi la sua pressione, a reintegrare gli elementi corpuscolati distrutti, il pH, ecc.

Fisiologia umana: funzioni del sangue

La funzione fondamentale del sangue è quella di assicurare le connessioni metaboliche tra i vari organi e tessuti dell'organismo, conferendo così a quest'ultimo un aspetto unitario sotto il profilo biochimico. Più precisamente, il sangue svolge una funzione di trasporto delle sostanze nutritizie, dei metaboliti e dei gas respiratori (ossigeno e anidride carbonica), il cui trasporto costituisce la cosiddetta fase ematica della respirazione. Attraverso il sangue vengono inoltre veicolati gli ormoni, le vitamine, gli enzimi e alcune frazioni proteiche che hanno, nel medesimo tempo, attività regolatrice e di difesa. Nel plasma sono contenute numerose sostanze allo stato di soluzione; fra queste figurano il cloruro di sodio, che conferisce al sangue gran parte della sua pressione osmotica, e il bicarbonato di sodio, che rappresenta una delle forme di trasporto ematico dell'anidride carbonica. Una seconda importante funzione del bicarbonato è quella di mantenere entro limiti fisiologici le variazioni del pH ematico. Analogo potere tampone hanno i fosfati, nella duplice forma di fosfati mono- e bibasici. Le proteine sono contenute nel plasma in concentrazioni comprese tra 6,5 e 8%. Con le tecniche più progredite di separazione (elettroforesi) si è riusciti a distinguere fino a 30 frazioni proteiche plasmatiche. La proteina a maggiore velocità di migrazione è l'albumina, contenuta nel plasma nella percentuale del 4,5%. Seguono le globuline, contenute nella percentuale del 2,5%, distinguibili a loro volta in tre frazioni principali, α, β, γ; queste, a un esame elettroforetico approfondito, possono venire ulteriormente classificate in varie frazioni α1, α2, α3, β1, β2, γ1, γ2. Vi è infine il fibrinogeno. Ciascuna cellula dell'organismo può contribuire alla sintesi delle proteine plasmatiche; esistono tuttavia strutture specificamente preposte a tale funzione, in particolare il fegato e le cellule del sistema reticoloendoteliale. Le globuline, che rappresentano gli anticorpi naturali e acquisiti dell'organismo e svolgono quindi un'importantissima funzione immunitaria, vengono elaborate in gran parte dalle plasmacellule. Un'altra funzione delle proteine plasmatiche è quella di concorrere a determinare la pressione osmotica del plasma. Ciò ha implicazioni importanti per quanto riguarda gli scambi idrici tra plasma e liquido interstiziale. Nel determinare la pressione osmotica del sangue le albumine hanno più importanza delle globuline. Pertanto, là dove il contenuto totale di proteine plasmatiche risulti invariato, ma il rapporto albumine-globuline diminuito, si avrà la diminuzione della pressione osmotica del plasma; tale circostanza, al pari della diminuzione generalizzata delle proteine plasmatiche, è una delle cause determinanti l'edema tissutale, cioè l'accumulo di liquidi nello spazio intercellulare.

Fisiologia umana: componenti del sangue

Il processo di produzione della componente corpuscolata, cioè delle cellule del sangue (emopoiesi), si svolge, durante i primi anni di vita, nel midollo rosso delle diafisi delle ossa lunghe per localizzarsi poi, in età adulta, nel midollo delle ossa corte e piatte (vertebre, sterno, costole, bacino, cranio, ecc.); l'insieme degli organi e dei tessuti in cui avviene la produzione degli elementi corpuscolati del sangue è detto sistema emopoietico. Tutte le cellule del sangue deriverebbero da un'unica cellula progenitrice indifferenziata, l'emoblasto, il quale darebbe vita ai vari elementi maturi attraverso diversi stadi di sviluppo e di differenziazione. Il colore rosso del sangue è determinato dall'emoglobina contenuta negli eritrociti: il contenuto di emoglobina in ciascun eritrocito è definito da un parametro caratteristico, detto valore globulare. Gli eritrociti concludono il loro ciclo vitale in 120 giorni ca.; essendo privi di nucleo, essi non hanno la capacità di moltiplicarsi. La loro distruzione (eritrocateresi) avviene per fagocitosi a opera di cellule del sistema reticolo-istiocitario, specialmente a livello della milza. Tale fenomeno si conclude con il distacco dell'emoglobina dallo stroma cellulare e con il suo successivo passaggio in soluzione nel plasma (emolisi). Oltre che la tappa finale della emocateresi, l'emolisi può costituire l'espressione di processi patologici di varia natura. I globuli rossi di recente produzione sono i più resistenti all'emolisi rispetto a quelli prossimi a concludere il loro ciclo vitale. La resistenza globulare è inoltre legata alla forma degli eritrociti. Essendo la membrana di questi inestensibile, la cellula, assorbendo acqua, può rigonfiarsi solo fino ad assumere la forma sferica, che comporta il massimo volume compatibile con la superficie della membrana. Gli eritrociti normali, cioè con forma biconcava, hanno un elevato margine di rigonfiabilità e quindi una forte resistenza globulare, mentre quelli con forma originariamente tondeggiante hanno scarsa capacità di assorbire acqua dalle soluzioni ipotoniche e quindi una resistenza globulare fortemente diminuita. Ciò è quanto si osserva per esempio nell'ittero emolitico, dove l'anemia è associata alla tendenza dei globuli rossi ad assumere forma sferica (sferocitosi). I leucociti hanno l'importante funzione di provvedere alla difesa dell'organismo contro gli agenti patogeni che, per qualsiasi causa, penetrano nel circolo sanguigno o si insediano nei tessuti a livello cellulare. Tale funzione è svolta soprattutto dai granulociti: i granulociti neutrofili hanno la capacità di uscire dai vasi sanguigni (diapedesi) per portarsi nel territorio dove è in corso un processo infettivo. A tale livello essi attuano la fagocitosi delle particelle batteriche, che vengono poi distrutte per digestione a opera di particolari enzimi endocellulari (catepsine). La mobilità dei granulociti si deve in parte ai loro movimenti ameboidi, in parte a forze attrattive di natura chimica che spingono tali cellule verso il territorio dell'infezione (chemiotassi). A differenza dei neutrofili, i granulociti eosinofili hanno scarsa mobilità e modesta attività fagocitaria; in essi tuttavia sono presenti enzimi che intervengono nei processi immunitari, in particolare nella distruzione dei complessi antigene-anticorpo. I granulociti basofili interverrebbero nei processi dell'emostasi. Il ciclo vitale dei granulociti non è ancora del tutto noto: la loro permanenza nel sangue circolante è molto breve (da alcune ore, fino a 3 giorni); la forma del loro nucleo è un indice del grado di maturazione cellulare. I linfociti svolgono un ruolo di grande importanza nei processi immunitari, essendo sede di sintesi delle globuline anticorpali; esistono due tipi di linfociti, differenziabili in base ai caratteri del loro ciclo vitale: i linfociti a ciclo vitale lungo (dell'ordine di alcuni anni) sono cellule immuno-competenti, localizzate nella polpa bianca della milza e nei linfonodi superficiali; i linfociti a ciclo vitale breve (3-4 giorni) sono invece sprovvisti di attività immunitaria. I monociti svolgono un'intensa attività fagocitaria e quindi hanno anch'essi una funzione di difesa antinfettiva. Le piastrine si formano nel midollo osseo dal disfacimento dei megacariociti; svolgono l'importante funzione di favorire la coagulazione del sangue: esse, infatti, si portano nel punto di lesione dei vasi e, dissolvendosi, liberano alcune sostanze attivatrici del fattore XII il quale, a sua volta, attiva altri fattori, che concorrono alla formazione della tromboplastina. Quest'ultima agisce, unitamente alla protrombina, per formare la trombina: la formazione di tale sostanza, indispensabile per far trasformare il fibrinogeno in fibrina, avviene però solo in presenza di ioni Ca++. Le piastrine non utilizzate dall'organismo hanno vita brevissima e vengono distrutte dalla milza.

Patologia

Le malattie del sangue sono rappresentate in primo luogo da tutte quelle condizioni morbose che derivano da anomalie, congenite o acquisite, di ciascuna delle componenti della parte corpuscolata. Le alterazioni riguardanti i globuli rossi comprendono le anemie, le policitemie, le emoglobinopatie, quelle riguardanti i globuli bianchi sono costituite principalmente dalle leucemie e dai linfomi, mentre la diminuzione o l'aumento di essi (leucopenia e leucocitosi) sono da considerarsi espressioni di numerose patologie più che condizioni morbose a sé stanti; infine, le alterazioni delle piastrine (piastrinopenia e piastrinopatia) fanno parte del gruppo delle malattie emorragiche. Vi sono poi malattie causate da alterazioni della parte non corpuscolata del sangue, come per esempio quelle da difetto dei fattori della coagulazione, in primo luogo l'emofilia, oppure quelle da alterazione della componente proteica, quali ipoproteinemie e iperproteinemie.

Bibliografia

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