La casa

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Tutto quello che oggi sappiamo riguardo alle abitazioni nell'antico Egitto proviene da modellini, da rilievi e dai pochi resti che si sono conservati dei vari tipi di costruzioni. Gli scavi hanno chiarito gli aspetti della vita quotidiana legati alla casa e alla sua edificazione.

La regione in cui si trova l'Egitto è stata sempre caratterizzata da un clima molto caldo. Per tale motivo, gli egizi cercarono di proteggersi utilizzando diversi tipi di materiali nella costruzione delle case, che variarono nel corso della storia. Nel Periodo Predinastico le costruzioni caratteristiche erano capanne di legno e fango; nel Periodo Tinita le case vennero realizzate in mattoni crudi. I tipi di pavimento variavano a seconda del rango sociale dei proprietari delle abitazioni e andavano da quelli in terra battuta a quelli in piastrelle di pietra, nelle case più ricche. Stipiti, architravi, travi e porte erano di legno. La facciata delle case, quasi senza decorazione esterna, presentava poche finestre ed era di solito dipinta con calcina bianca, per diminuire in tal modo gli effetti dell'irradiazione del sole. Le finestre erano piccole e protette da stuoie, che preservavano l'interno delle case dai raggi del sole. L'abitazione era circondata da un muro con una sola apertura, che fungeva da entrata. Nelle case dei ricchi il giardino era il luogo di incontro più importante, mentre in quelle più umili ci si riuniva in terrazza, soprattutto nelle notti calde.
Le case dei nobili avevano il giardino, con alberi da frutto e – a volte - un laghetto. In fondo al giardino si trovava la casa e le dipendenze annesse. Nel giardino venivano celebrate anche molte feste. Uno degli alberi più apprezzati per il legno e l'ombra era la persea.
Le case egizie erano costruite in mattoni crudi, fango, paglia e acqua. Per ottenere una massa più compatta, i costruttori lasciavano che il fango e la paglia rimanessero a bagno diversi giorni. Quindi, con l'aiuto di alcuni stampi, a questa massa uniforme veniva data forma di mattoni, che poi si lasciavano seccare al sole. Nella maggior parte delle case egizie, i pavimenti erano di terra battuta. In quelle dei nobili, pavimenti e pareti erano decorati con motivi geometrici dai colori vivi. Sebbene le case fossero costruite in mattoni crudi, i particolari del loro interno erano realizzati con altri materiali. Gli stipiti di porte e finestre, le spagnolette e i cardini erano di legno.

Le differenze sociali si riflettevano anche nelle case. I più poveri vivevano in un'abitazione a un solo piano, diviso in tre zone a seconda delle attività svolte. All'entrata generalmente si trovava il salotto e il luogo dedicato al culto degli antenati, cui seguiva la bottega. Nella parte posteriore erano situate la cucina e la dispensa, con un piccolo cortile aperto, da cui entrava l'aria; attraverso una scala si saliva in terrazza. L'evoluzione delle case dei nobili è caratterizzata dal passaggio da quella a un solo piano a quella con diversi piani e cantina. Dall'Epoca Amarniana, nelle abitazioni a due piani, la cucina era situata al pianterreno e il primo piano era destinato al salotto e alla sala da pranzo, mentre il secondo ospitava le stanze private, con anticamere.