Morte e riti funebri

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Nel corredo funerario del defunto si trovavano letti e cuscini: così come per il riposo nella vita terrena, essi servivano anche in quella ultraterrena. Nei rilievi e nei dipinti delle tombe, i cuscini usati per dormire venivano spesso raffigurati come erano nella realtà: sopra i letti.

A partire dall'Antico Regno (2686-2173 a.C.) fecero la loro comparsa, nel corredo funerario dei defunti, letti e cuscini, come quelli che si vedono nella tomba di Hetephere. Nel corso del tempo la loro forma non cambiò, ma le decorazioni sì. Tra l'altro, essendo le tombe, per loro natura, protette dagli agenti atmosferici corrosivi, ci sono rimasti conservati splendidi modelli. Popolo e classe media dormivano di norma sopra stuoie o lettini, mentre le persone facoltose disponevano di letti sontuosi. Il tipo più semplice di letto consisteva in una rete incastrata in un pezzo di legno che, a sua volta, poggiava su quattro piedi. I supporti dei letti venivano scolpiti già in Periodo Tinita (3065-2686 a.C.), come testimoniano gli esemplari trovati nelle tombe reali di Abido.
Durante il Nuovo Regno (1552-1069 a.C.), i letti avevano le sponde leggermente ricurve. Il pianale, nella maggior parte dei casi, era costituito da una rete di giunchi intrecciati e aveva forma concava. I supporti erano lavorati a forma di zampe di leone o di toro, come quelli che fanno parte del tesoro di Tutankhamon. In qualche tomba, come quella di Merit, a Deir el-Medina, con il letto sono state ritrovate anche lenzuola e coperte. Accanto al letto era collocato un banchetto per scendere e salire. Non era raro, infatti, che i letti fossero molto alti. Una volta a letto, gli egizi non poggiavano la testa su un morbido guanciale, bensì sopra un cuscino particolare, fatto con un'anima di legno avvolta da tessuti. Sono stati trovati anche letti pieghevoli, utilizzati durante i viaggi. Il poggiatesta, ueres in egizio, era, sin dai tempi remoti, un oggetto largamente diffuso nel Paese del Nilo. Come è ovvio, serviva per poggiare la testa mentre si dormiva. In Africa, e soprattutto in Etiopia, la sua forma particolare è tuttora usata: è una mezzaluna, ovattata o avvolta da stoffe, sotto cui si trova un sostegno verticale, a sua volta poggiato su piedistallo. I più antichi esemplari sono di avorio o pietra, come quelli di Fiope II, della VI dinastia (2345-2173 a.C.), e avevano natura funebre. Quelli del Nuovo Regno sono invece di legno, per quanto se ne trovino anche alcuni di alabastro.

Il loro carattere funerario è certificato dalle iscrizioni. Molte riportano il nome del proprietario ed epiteti come maa-heru, che significa "giusto di voce", con chiara allusione al defunto. Il ritrovamento di oggetti simili in case di artigiani prova che il loro uso non era limitato esclusivamente all'ambito funerario; essi, infatti, erano utilizzati anche nella vita di tutti i giorni. I poggiatesta venivano decorati con effigi di divinità apotropaiche e la loro funzione di sostegno era spesso esaltata da sculture o dipinti a forma di mani. Essi venivano messi in relazione con il sorgere del sole al mattino e con la sua vittoria sulle forze del male. Non a caso, esattamente come il sole, la testa sostenuta reclinava di notte e si levava allo spuntare del giorno. La connessione tra il sole e la testa che riposa, è chiaramente legata all'idea di resurrezione. Pertanto non deve sorprendere che l'oggetto in considerazione facesse parte di contesti funebri o che avesse rapporti con i Testi dei Sarcofagi.
Da notare, infine, che molti poggiatesta furono modellati anche a forma di amuleto, cioè associati simbolicamente alla protezione magica della testa del defunto. Generalmente, il letto egizio era impreziosito da scene che raffiguravano il dio Bes, protettore del sonno.
Il letto, trovato nel corredo funerario di Tutankhamon, è di legno, rivestito d'oro e dipinto. Gli elementi laterali raffigurano il corpo della dea-mucca Mehet Uaret con corna e disco solare. L'atto di deporre il cadavere del faraone su questo letto durante la cerimonia funebre aveva funzione rituale. Essa serviva a mettere il defunto in contatto con la divinità, assicurandogli, in tal modo, la resurrezione nell'aldilà. Sul sostegno del poggiatesta si poneva una tela per imbottirlo e renderlo, così, meno duro. Il mobilio aveva grande importanza nel corredo funerario, a cominciare dal letto, considerato essenziale anche nell'aldilà.