Non solo Kamala Harris: tutte le prime volte del voto Usa 2020

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L'America ha scelto Joe Biden. Al suo fianco troviamo Kamala Harris, la prima donna nonché afroamericana a ricoprire il ruolo di vicepresidente. Questa, però, non è l'unica novità nella storia politica americana.

Le elezioni presidenziali Usa del 2020 sono state caratterizzate da record e prime volte. Innanzitutto, con i suoi 78 anni, Joe Biden è il presidente più anziano di sempre a insediarsi alla Casa Bianca. Mai, inoltre, avevano votato così tanti americani,  circa 150 milioni, pari al 67% di affluenza (la più alta dal 1908). Con Biden, poi, diventa inquilina della White House anche la prima First Lady con sangue italiano: Jill Tracy Jacobs, nipote del siciliano Gaetano Giacoppo, che anglicizzò il suo cognome una volta arrivato a Ellis Island nel 1900. Ecco le altre prime volte del voto Usa 2020.

Kamala Harris, prima vicepresidente degli Stati Uniti

Ex procuratrice di San Francisco e poi della California, figlia di un’oncologa indiana e di un professore di economia giamaicano, Kamala Harris è la prima donna (nonché persona afromericana e di ascendenza asiatica) a ricoprire l’incarico di vicepresidente degli Stati Uniti d’America. Va da sé che, per la prima volta, gli States avranno anche un “Second Gentleman”: suo marito Douglas Emhoff, con cui è sposata dal 2014.

Sarah McBride, prima senatrice transgender degli Stati Uniti

Sarah McBride, 30 anni, è la prima senatrice transgender nella storia degli Stati Uniti. Eletta con più del 70% delle preferenze, è attivista Lgbt e nel 2018  ha pubblicato il libro Tomorrow Will Be Different: Love, Loss, and the Fight for Trans Equality, con prefazione di Joe Biden. Che è suo concittadino: è infatti di Wilmington, nel Delaware, città dove vive(va) anche il neo presidente eletto.

Cori Bush, prima afroamericana eletta al Congresso in Missouri

Attivista del movimento Black Lives Matter, la 44enne Cori Bush è la prima donna nera a rappresentare il Missouri al Congresso (ha conquistato un seggio nella Camera dei Rappresentanti). Nata e cresciuta a Saint Louis, è mamma single, infermiera ed è stata anche nominata pastore. 

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Kim Jackson, prima senatrice apertamente lesbica eletta in Georgia

Cresciuta in Carolina del Sud, Kim Jackson è la prima senatrice apertamente lesbica eletta in Georgia. Prima donna di colore ordinata sacerdote nella Diocesi Episcopale di Atlanta, vive in una fattoria di Stone Mountain insieme alla moglie, Trina, che curiosamente è una imam. 

Mondaire Jones e Ritchie Torres, primi afroamericani dichiaratamente gay eletti alla Camera

Mondaire Jones, 33 anni, è stato eletto nel 17esimo distretto di New York, mentre  Ritchie Torres, più giovane di un anno, ha vinto nel 15esimo distretto della Grande Mela (che corrisponde al South Bronx): entrambi correvano per il Partito Democratico.

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Marilyn Strickland, prima donna coreana-americana eletta al Congresso

Ex sindaca di Tacoma, Marilyn Strickland è la prima donna coreana-americana, nonché la prima di colore, a rappresentare lo Stato di Washington a livello federale: si è infatti aggiudicata un seggio alla Camera dei Rappresentati superando l’altra democratica Beth Doglio.  

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Stephanie Byers, prima deputata transessuale e nativa eletta in Kansas

Il Kansas ha eletto la prima deputata transessuale, ma anche appartenente sia ad una comunità nativa della sua storia. Si tratta di Stephanie Byers, insegnante in pensione di etnia chickasaw, e per lei a Washington è pronto un seggio nella Camera dei Rappresentanti. 

Le prime volte di Donald Trump, presidente uscente

Anche il grande sconfitto Donald Trump ha fatto registrare alcuni primati. Nel suo caso, però, si tratta di “prime volte” decisamente poco lusinghiere. Eccole. 

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Primo presidente ad essere censurato dai social

Per la prima volta un presidente in carica è stato censurato da un social media, ovvero Twitter. Il motivo? Le sue dichiarazioni «fuorvianti in merito alla modalità di partecipazione alle elezioni o ad altri strumenti di coinvolgimento della cittadinanza». Trump, aveva scritto: «Stanno cercando di rubarci le elezioni. Non lo permetteremo».

Primo presidente a cui un discorso ufficiale è stato censurato dai media

Per lo stesso motivo, diversi telegiornali hanno deciso di interrompere la trasmissione di un suo discorso ufficiale, in cui denunciava brogli elettorali. Lo hanno fatto la Nbc, la Cbs e la Msnbc, informando al contempo gli spettatori della falsità delle sue parole. Tra le principali emittenti, solo la Cnn e Fox News hanno trasmesso interamente il discorso di Trump.

Primo candidato sconfitto a non riconoscere la sconfitta dal 1896

Negli Stati Uniti è prassi il cosiddetto “concession speech”, ovvero l’ammissione di sconfitta da parte del candidato che ha raccolto meno voti, una volta che il risultato delle urne è diventato chiaro. Questo “rito” si ripete dal 1896, ovvero da quando William Jennings Bryan, mandò un telegramma a William Mckinley per congratularsi per la sua vittoria alle presidenziali. Cosa che, a quanto pare, Donald Trump fatica a fare con Joe Biden, convinto che le elezioni siano state truccate. Qualcosa del genere era successo anche nel 2000: Al Gore, candidato democratico, chiese il riconteggio in Florida, Stato dove la differenza tra i voti ottenuti da lui e quelli di George W. Bush era minima. La vittoria di quest’ultimo fu sancita dalla Corte Suprema degli Stati Uniti solo 36 giorni dopo le elezioni, dopo una lunga serie di ricorsi e controricorsi.

 

Matteo Innocenti