Immigrazione: definizione e storicità di un fenomeno che oggi diventa emergenza

barcone_immigrati500

Immigrazione. Una parola oggi molto attuale che rappresenta un universo variegato, oltre che un fenomeno che ha da sempre contraddistinto la vita degli esseri umani. Definita come trasferimento permanente o spostamento temporaneo di persone in un paese diverso da quello d’origine, l’immigrazione interessa l’intero pianeta, benché gli stati di partenza e arrivo siano mutati col susseguirsi delle epoche storiche.

Come in ogni fenomeno, anche l’immigrazione è caratterizzata da motivazioni molteplici e varie. Una delle maggiori spinte ad abbandonare i luoghi natii è senz’altro la povertà: emigrare in un altro paese rappresenta spesso l’unica via d’uscita ad una vita passata nell’indigenza, un modo per migliorare le proprie condizioni cercando un lavoro da svolgere all’interno del paese ospitante. Altre volte, invece, il motivo alla base dello spostamento è eminentemente ‘politico’: dittature, persecuzioni, guerre e genocidi spingono intere famiglie a cercare la libertà al di fuori del proprio paese, oppresso dai sopracitati fenomeni.

Quello dell’immigrazione è un fenomeno talmente vasto che sarebbe alquanto riduttivo tentare di esaurirlo in poche righe, ecco perché in questa sede ci soffermeremo su un aspetto particolare del fenomeno, quello che riguarda il nostro paese.

L’Italia, infatti, dal punto di vista migratorio risulta essere un paese molto particolare poiché nel corso della storia ha conosciuto i due lati della stessa medaglia: flussi prima in uscita e adesso in entrata. Punto di partenza e arrivo, l’Italia non è sempre stata un territorio di approdo per migliaia di stranieri in cerca condizioni di vita migliori. Al contrario l’Italia è stata soprattutto un luogo di partenze e struggenti addii: sono stati gli italiani, infatti, ad essere i protagonisti del più grande esodo migratorio che ha interessato l’epoca moderna.

A partire dall’unità d’Italia (1861) e per circa un secolo, furono davvero moltissimi gli italiani che decisero di lasciare il proprio paese natale per cercare fortuna altrove. In particolare, nel corso della durata di tutto il periodo migratorio, furono circa 24 milioni di italiani, in prevalenza maschi e giovani, a lasciare la penisola. 

Contrariamente a quello che si pensa, però, il fenomeno dell’emigrazione interessò l’intera penisola italiana: dalla seconda metà dell’800 ai primi del ‘900, infatti, fu il nord a essere caratterizzato dal fenomeno, mentre nei decenni successivi l’esodo fu quello dei meridionali.

E ancora oggi sono innumerevoli gli italiani che decidono volontariamente di vivere all’estero, tanto che la percentuale delle partenze dall’Italia è la più altra tra i paesi comunitari.

Dall’altro lato gli ultimi decenni hanno visto l’Italia diventare luogo di immigrazione: sono migliaia le persone che, per cause economiche o politiche, sono approdate o stanno per approdare nella nostra penisola: paese di passaggio o fine ultimo, l’Italia si ritrova oggi ad affrontare l’arrivo di moltissime persone. 

Ma quando prese avvio questo fenomeno? Uno spartiacque può essere ritrovato negli anni ’80, decennio che divide due opposte tendenze: se prima l’Italia era coinvolta solo marginalmente nel flusso migratorio verso i propri territori, successivamente ne fu investita in modo massiccio tanto che il problema immigrazione è, ormai da decenni, in cima alle questioni che infiammano l’opinione pubblica e il dibattito politico.

Sono molti a chiedersi qual è il motivo che ha fatto diventare l’Italia luogo di immigrazione. I motivi sono molteplici, e il primo dei quali è di carattere puramente geografico: esposta per la maggior parte al mare e caratterizzata quasi nella sua totalità da territori costieri, l’Italia è poco controllabile. A differenza degli altri stati europei, che possono controllare l’arrivo di persone alle frontiere, il nostro paese non possiede il sopracitato filtro territoriale. In secondo luogo, posizionata così com’è nel mezzo del Mediterraneo, la nostra penisola rappresenta la primissima (e più semplice) frontiera da attraversare per arrivare in Europa. Insomma, il nostro paese possiede moltissime caratteristiche che hanno giocato a favore dello sviluppo dell’immigrazione, facendo dell’Italia un paese anomalo e unico al mondo sotto questo punto di vista.

La nostra penisola, avendo conosciuto poi entrambi i fenomeni (emigrazione ed immigrazione) è l’esempio lampante di come la storia sia da sempre caratterizzata dalla ciclicità. Una ciclicità, che però, deve oggi trovare un piano d’azione serio ed efficiente per affrontare quella che, oggi, è diventata una vera e propria emergenza umanitaria e territoriale.