Unità d'Italia: 1861, l'anno della svolta

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Nel 1861 l'Italia smetteva di essere una semplice penisola formata da sette differenti stati e diventava un paese unitario raccolto sotto uno stesso stendardo nazionale.

Gli avvenimenti che portarono a dichiarare Ll'Unità d'Italia furono molteplici e coinvolsero moltissimi personaggi vissuti nella seconda metà del 1800, le cui gesta note ancora oggi, le imparano i nostri studenti sui libri di scuola.

Da dove cominciare, quindi, per raccontare i fatti principali che, in quegli anni di grande cambiamento, portarono a proclamare l'Italia unita sotto la giuristrizione di un'unica sovranità nazionale? Potremmo cominciare dall'epilogo che, in realtà, a guardare bene, rappresenta proprio l'inizio dello Stato Italiano.
Facciamo quindi iniziare il nostro racconto dal 17 Marzo 1861, storica data durante la quale l'Italia fu fatta, almeno sulla carta. Dopo l'approvazione del Senato e della Camera dei Deputati del Regno di Sardegna, infatti, furono le seguenti le parole messe nero su bianco a Torino: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d'Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
 
Il processo che portò alla proclamazione dello Stato d'Italia cominciò però qualche anno prima, quando molte zone della nostra penisola assistettero al progressivo sfaldamento dei vari stati nazionali che la componevano. Motivazione di questo crollo è da attribuirsi al fatto che molti stati italiani avevano legato la propria sorte nazionale alla presenza austriaca nel nostro paese, senza però fare i conti con l'altra imponente presenza, quella franco-piemontese che, in quegli anni, si faceva sempre più ingente fino a culminare nella vittoria dei suoi eserciti nel 1859.

L'unificazione d'Italia, in questo senso, non fu particolarmente sanguinaria e si registrarono ben poche resistenze, la spedizione dei mille, che fu una vera e propria marcia militare da nord a sud. Le altre sovranità nazionali e le vecchie classi dirigenti accettarono il fatto con pacata compostezza, preparandosi ad un nuovo corso politico e amministrativo italiano.
In effetti, nonostante le differenze in cui avevano vissuto nord e sud durante i secoli, il primo con tradizioni signorili e comunali e il secondo con tradizioni monarchiche accentrate, l'Italia già allora poteva vantare una base culturale comune che andava al di là dei problemi linguistici.
Quello che mancava all'Italia, quindi, era una forma politica e amministrativa unitaria che poi trovò il proprio coronamento proprio nella proclamazione del 17 Marzo 1861.

Diventata stato nazionale, l'Italia smetteva di essere terreno di scontro tra diverse faziosità per assumere uno status di stabilità all'interno dell'Europa, andando anche a creare un nuovo assetto tra le diverse potenze europee. La posizione strategica al centro del Mar Mediterraneo, infatti, ha avuto la positiva conseguenza di rendere meno aspre le mire espansionistiche e il contrasto tra Gran Bretagna e Francia.