Marco Pannella: l'uomo che lottò per i diritti e per la libertà

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La vita, la carriera, le battaglie politiche di Marco Pannella, leader del Partito Radicale, scomparso il 19 maggio 2016.

«Radicale, liberale, federalista europeo, anticlericale, antiproibizionista, antimilitarista, nonviolento e gandhiano». Questa la definizione che dava di sé il politico e attivista Marco Pannella, leader del Partito Radicale e protagonista delle principali battaglie per i diritti che hanno segnato la seconda parte del Novecento italiano.

Marco Pannella: biografia

Marco Pannella in realtà si chiamava Giacinto: questo il suo nome di battesimo. Ripercorriamo la sua vita, dagli studi all’impegno politico.

Le origini

Marco Pannella nasce a Teramo il 2 maggio 1930, da padre abruzzese e madre svizzera. Deve il vero nome, Giacinto, al prozio sacerdote e letterato del cattolicesimo liberale. Quello con cui sarà conosciuto, Marco (in teoria il secondo), non viene registrato all’anagrafe per un errore burocratico. Rimane fino agli 11 anni in Abruzzo, per poi trasferirsi con la famiglia a Roma.

Gli studi

Tornato con la famiglia tra gli sfollati a Teramo durante la Seconda guerra mondiale, alla fine del conflitto si iscrive al liceo classico Giulio Cesare nella Capitale. Sempre a Roma si iscrive a giurisprudenza. Studente finito fuori corso, si laurea poi all’Università di Urbino nel 1953 (solo per fare contenta la madre, racconterà), con la tesi “Uguaglianza dei cittadini nella Costituzione italiana".

La carriera politica

Ma la vera vocazione di Marco Pannella, fin da giovanissimo, è la politica. Ecco le sue esperienze, come deputato, europarlamentare e non solo.

Gli inizi

Iscrittosi al Partito liberale italiano nell’immediato dopoguerra, all’università Pannella diventa presto uno dei maggiori esponenti nazionali e presidente dell’Unione goliardica Italiana (UGI).

La fondazione del Partito Radicale

Nel 1955 prende parte alla scissione della corrente di sinistra del PLI, fondando insieme a Ernesto Rossi, Leo Valiani, Eugenio Scalfari e Mario Pannunzio il Partito radicale dei liberali e democratici italiani (poi Partito radicale). Assume la segreteria del partito nel 1963, quando la formazione politica a causa di divisioni interne entra in crisi e rischia il definitivo scioglimento.

Le idee

Ben presto Pannella dà una forte impronta anticlericale e antimilitarista al partito. Personaggio “contro” per antonomasia, Pannella nel corso dei decenni successivi si batterà su tanti fronti, per il riconoscimento dei più disparati diritti civili.

Gli anni '70 e '80

Pannella entra in Parlamento nel 1976, eletto deputato insieme a Mauro Mellini, Adele Faccio e Emma Bonino per la Rosa nel pugno, la lista radicale che per la prima volta appare sulla scheda elettorale. Sarà rieletto altre quattro volte alla Camera, rimanendo a Montecitorio fino al 1994. Pannella siede inoltre al Parlamento europeo dal 1979 al 2009, alla fine degli Anni Settanta riesce a portare alla Camera Leonardo Sciascia, che come esponente radicale vi rimane fino al 1983, anno in cui viene eletto deputato l’ex terrorista Toni Negri. Nel 1984, fa eleggere eurodeputato con i Radicali Enzo Tortora, prima condannato per fatti di droga e poi assolto con formula piena. Successivamente vuole nelle liste radicali Ilona Staller: “Cicciolina” entra in Parlamento nel 1987. Considerato il leader radicale per eccellenza, Pannella ricopre formalmente la carica di segretario solo nel 1963-67 e nel 1981-83, e di presidente nel 1967-1975, 1976-1981 e 1986-89.

Gli anni '90 e '00

Nel 1992 Pannella si presenta alle elezioni politiche con una lista che porta il suo nome: ottiene l'1,2% dei voti e 7 deputati. Due anni dopo, sempre alle politiche, si schiera con Silvio Berlusconi: l'alleanza con il centrodestra dura fino al 2001, quando fonda il movimento politico Radicali Italiani. Due anni prima ha ottenuto il miglior risultato di una lista a lui riconducibile, in occasione delle elezioni europee, quando la Lista Bonino ottiene l'8,4%. Nel corso della sua lunghissima carriera politica, Pannella ricopre la carica di presidente della XIII circoscrizione del Comune di Roma (Ostia), consigliere comunale a Trieste, Catania, Napoli, Teramo, Roma e l'Aquila, oltre che consigliere regionale del Lazio e dell'Abruzzo.

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LaPresse

Le principali battaglie di Marco Pannella

Secondo gli estimatori un uomo in grado di porsi al di là dalle ideologie, figura incoerente secondo i detrattori, Marco Pannella ha combattuto (e talvolta vinto) diverse battaglie.

Divorzio

Pannella inizia la campagna divorzista nel 1965, al fianco di Loris Fortuna. Cinque anni dopo, la legge sul divorzio ("legge Fortuna-Baslini”) viene approvata dal Parlamento. Nel 1974, Pannella conduce la campagna per il “no” in occasione del referendum abrogativo promosso dai gruppi tradizionalisti: vincerà la battaglia con quasi il 60% del voto popolare.

Aborto

Tra i principali promotori della legge 194 del 1978, ovvero della legge sull’aborto, nel 1981 Pannella registra un’altra importante vittoria del referendum abrogativo.

Droghe leggere

Pannella inizia la battaglia per la depenalizzazione dell’uso delle droghe nel 1973, con una lettera al Messaggero: due anni dopo il leader radicale si fa arrestare in un atto di disobbedienza civile, per aver fumato uno spinello.

Pena di morte

A partire dagli Anni Duemila si intensifica l’impegno di Pannella (con relativi scioperi della fame) per una moratoria universale della pena di morte. A fine 2014, per la quinta volta l’assemblea delle Nazioni Unite approva una risoluzione sulla moratoria.

Fame nel mondo

Nel 1979 Pannella chiede all’Onu di far rispettare la risoluzione 2626 delle Nazioni Unite, che obbliga a versare almeno lo 0,7% del Pil come aiuto allo sviluppo: il suo obiettivo è eliminare la fame nel mondo.

Carcere e giustizia

Tra la fine degli Anni ‘70 e i primi ‘80, Pannella promuove i referendum abrogativi contro legge Reale (che essenzialmente sanciva il diritto delle forze di polizia a utilizzare armi da fuoco per mantenere l’ordine pubblico) e legge Cossiga. Al centro dell’azione radicale c’è il tema delle carceri. Pannella, in prima fila contro gli abusi della carcerazione preventiva, dal 20 aprile al 19 luglio 2011 intraprende uno sciopero della fame e della sete per un'amnistia contro le condizioni dei detenuti nelle prigioni italiane.

Procreazione assistita

Nel 2004, i radicali di Pannella depositano la richiesta di un referendum abrogrativo della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Tentativo fallito, a causa dell’astensionismo e, in generale, per l’ostilità della Chiesa.

Osho

A metà degli Anni ’80, Pannella è tra coloro che chiedono di far ospitare in Italia il famoso Osho Rajneesh, guru arrestato in Oregon dopo una serie di scandali e abusi che si sono verificati nella sua comunità.

Leva obbligatoria

Pannella, insieme al suo partito, è noto anche per il suo forte impegno per il riconoscimento del diritto a obiettare alla leva obbligatoria. Così come in generale per l’antimilitarismo. «Deve essere promossa l’obiezione di coscienza insieme ad ogni altra forma di lotta che valga a contrastare la funzione oppressiva dell’organizzazione militare», recita una mozione approvata dal Congresso radicale nel 1968.

Eutanasia

Nel 2001, Marco Pannella partecipa alla nascita dell’Associazione Luca Coscioni, organizzazione che si batte per la libertà di cura e per i diritti dei malati, per il diritto al rifiuto dell’accanimento terapeutico e per l’eutanasia.

La disobbedienza civile e i processi penali

Satyagraha: il metodo di opposizione politica propugnato da Gandhi, sempre seguito da Pannella in tanti anni di battaglie, in cui ha usato come unica arma l’antiviolenza, tra scioperi della fame e della sete, sit-in e altre forme di disobbedienza civile. Il primo digiuno di protesta, come lui stesso ha raccontato, risale al 1961, «contro la guerra d’Algeria, sugli Champs-Elysées, insieme a un anarchico francese». La prima volta in Italia nel 68, per il ritiro dei sovietici da Praga: nello stesso anno si fa arrestare a Sofia, dove manifesta per lo stesso motivo. E sono tanti gli arresti per Pannella, nel corso dei decenni: nel 1975 finisce in manette per aver fumato uno spinello, uno dei primi atti di disobbedienza civile antiproibizionista. Nel 1995 cede 200 grammi di hashish in diretta tv a Alda D’Eusanio: sarà assolto nel 2002 perché «il fatto non costituisce reato».

La malattia e la morte

Tanti i ricoveri in ospedale per Pannella, spesso a causa dei lunghi scioperi della fame e/o della sete. Ma non solo: nel 1998 subisce un’operazione al cuore, mentre nel 2014 finisce in ospedale per un aneurisma dell’aorta addominale. Muore però a causa di un tumore polmonare con metastasi al fegato, a Roma, il 19 maggio 2016.

Marco Pannella nella cultura di massa

Si chiama Romanzo radicale la docufiction che racconta l’avventura politica e umana di Marco Pannella, interpretato da Andrea Bosca. Annunciata in tv per l’autunno 2021, ma rinviata al 2022.
La figura di Pannella non ha però ispirato solo questa opera, diretta da Mimmo Calopresti. La canzone Il signor Hood di Francesco De Gregori, brano dell’album Rimmel, parla proprio del leader radicale, «un galantuomo sempre ispirato dal sole, con due pistole caricate a salve e un canestro di parole». Ohi Maria degli Articolo 31 contiene un esplicito riferimento alla sua battaglia antiproibizionista: «Le vacanze le farò in Giamaica, dalla mia Maria bella, aspetto, intanto voto Pannella e canto». Il politico e attivista in persona appare inoltre in una scena di Fantozzi in cui in occasione delle elezioni invita il ragioniere interpretato da Paolo Villaggio a digiunare con lui.

Le frasi celebri di Marco Pannella

  • Ho amato nella mia vita, ma amato veramente, tre o quattro uomini, forse anche qualcuno di più. E ho amato, veramente amato quattro o cinque donne. Tutto qui.
  • Non mi batto per il detenuto eccellente, ma per la tutela della vita del diritto nei confronti del detenuto ignoto, alla vita del diritto per il diritto alla vita.
  • Ci sono momenti, nella storia politica o delle persone, in cui occorre scegliere se non si vuole essere scelti  dalle cose e dagli altri.
  • Amo troppo la vita, per avere paura della morte.
  • Ma io sono un cornuto divorzista, un assassino abortista, un infame traditore della patria con gli obiettori, un drogato, un perverso pasoliniano, un mezzo-ebreo mezzo-fascista, un liberalborghese esibizionista, un nonviolento impotente. Faccio politica sui marciapiedi.

 

Matteo Innocenti