Ruota dell'anno: festività pagane e significato

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Otto antiche festività scandiscono il ritmo della natura e del tempo, intrecciando i cicli del Sole e della Terra con quelli dell’anima. La Ruota dell’Anno ci invita a riscoprire il significato profondo delle stagioni e a vivere in armonia con i loro cambiamenti.

La ruota dell’anno è una delle più antiche rappresentazioni del tempo create dall’uomo: un’eredità pagana che affonda le radici nel mondo celtico, ma che ancora oggi parla al nostro desiderio di equilibrio con la natura. La ruota dell’anno celtica era più di un calendario: era una mappa sacra del cosmo, che seguiva il ritmo delle stagioni e il movimento del Sole. Ogni tappa del suo ciclo veniva celebrata con una festa in cui l’uomo si riconnetteva alla terra, agli spiriti, ai raccolti e al mistero della vita che si rinnova.

Nelle spiritualità neopagane moderne, come la Wicca, questa ruota è stata reinterpretata come un cammino interiore: un viaggio simbolico attraverso le fasi della luce e dell’ombra, della nascita e della trasformazione.

Ruota dell’anno celtica e Wicca: due visioni, un unico ciclo

Spesso si parla di ruota dell’anno in modo generico, ma in realtà ne esistono due versioni principali: la ruota dell’anno celtica è l’antico calendario dei popoli europei precristiani, che seguiva quattro festività fondamentali — Samhain, Imbolc, Beltane e Lughnasadh — quali momenti di passaggio tra una stagione e l’altra; erano feste legate ai raccolti, al bestiame, ai cicli del sole e della luna. Non erano solo ricorrenze religiose, ma vere celebrazioni della vita quotidiana, in cui la comunità onorava la natura e i suoi doni.

La seconda è la ruota dell’anno Wicca – un movimento religioso assimilabile al neopaganesimo nato nel XX secolo con Gerald Gardner - che amplia questo antico schema aggiungendo quattro feste solari: Yule, Ostara, Litha e Mabon. È così che la ruota dell’anno pagana diventa un cerchio di otto Sabbat (feste), unendo i momenti agricoli a quelli cosmici. Nella visione wicca, ogni fase rappresenta un passo nel ciclo della Dea e del Dio, ma anche un passaggio spirituale dell’essere umano: nascita, crescita, apice, declino e rinascita.

Insomma, se la ruota celtica seguiva i ritmi della terra, la ruota wicca li trasforma in un linguaggio spirituale, dove la natura diventa maestra di equilibrio interiore.

Origini e simbolismo della ruota celtica

Per gli antichi Celti, il tempo non era qualcosa da misurare, ma da vivere: ogni cosa nell’universo aveva un ritmo - la luna, le stagioni, i cicli del raccolto e persino la vita umana -, tutto era parte di un unico respiro cosmico, un intreccio sacro tra uomo, natura e divino. Il significato della ruota celtica è profondo e rappresenta il viaggio della vita stessa: dalla nascita alla giovinezza, dalla maturità alla vecchiaia, fino alla morte e alla rinascita; nulla finisce davvero, tutto si trasforma.
Simboli come il serpente che si morde la coda o la ruota in movimento raccontano questa verità antica: il tempo non scorre in linea retta, ma ritorna su se stesso, eterno e rinnovato. Per questo le feste della ruota erano considerate “porte del tempo”: momenti in cui il velo tra cielo e terra si assottigliava, e l’uomo poteva sentire la presenza del divino nel mondo.

I due cicli della ruota: il sole e la terra

La ruota dell’anno pagana arricchisce quella celtica, intrecciando due grandi movimenti:
Il ciclo solare, che segue il cammino del Sole attraverso solstizi ed equinozi. È il viaggio della luce: la nascita a Yule, il suo trionfo a Litha, il declino a Mabon e la morte simbolica a Samhain.
Il ciclo agricolo e stagionale, che segue la vita della terra — la semina, la crescita, il raccolto e il riposo invernale — riflettendo le divinità della fertilità e della natura.
Insieme questi due cicli formano una visione del mondo unitaria, dove la vita dell’uomo, della terra e del cosmo si rispecchiano a vicenda.

Le otto festività della ruota dell’anno celtica e Wicca

La ruota dell’anno pagana è composta da otto periodi, ognuno di circa 45 giorni, culminanti in un Sabbat: le feste stagionali sacre dei popoli antichi. Quattro festività — Samhain, Imbolc, Beltane e Lughnasadh — formano il cuore della ruota dell’anno celtica, mentre le altre, aggiunte dalla tradizione wicca, completano il cerchio cosmico del Sole e della Terra. Scopriamo quali sono e quali significati hanno.

Samhain (31 ottobre – 1° novembre)

  • Tema: fine dell’anno, morte, trasformazione.

Samhain è il Capodanno celtico, la “fine e l’inizio” del ciclo, il momento in cui l’anno vecchio muore e uno nuovo si prepara a nascere. Samhain segna la morte del Dio della Natura e il suo ritorno nel grembo della Dea, dove attende la rinascita. In questi giorni il velo tra i mondi si assottiglia e i vivi possono entrare in contatto con gli spiriti e gli antenati, per onorarli con offerte e candele. È un tempo di introspezione profonda, di chiusura e di ritiro, in cui la terra stessa riposa sotto la coltre dell’autunno. La morte non è vista come fine, ma come parte necessaria del ciclo di trasformazione e rinascita.

Yule (21 dicembre – Solstizio d’inverno)

  • Tema: rinascita del Sole e della luce.

Nel giorno più buio dell’anno, la luce rinasce: il Sole-Bambino viene al mondo, portando la promessa di un nuovo inizio e di speranza. È la celebrazione della rinascita del Sole e della forza vitale che tornerà a crescere. Molte usanze natalizie moderne — come l’albero decorato, le candele, i doni e il ceppo che arde nel camino — derivano da questi antichi riti solari. Yule invita al raccoglimento domestico, alla gratitudine per il calore della casa e alla condivisione con la comunità. È un tempo di rinnovamento interiore, di luce che ritorna dopo il buio.

Imbolc (1–2 febbraio)

  • Tema: purificazione, ispirazione, rinnovamento.

Imbolc è la festa della ruota dell'anno dedicata alla dea Brigid, protettrice del fuoco sacro, della poesia e della guarigione, Imbolc segna i primi segni di vita nella terra: le giornate si allungano, il latte scorre negli animali e la natura inizia a svegliarsi lentamente dal gelo. È il momento di accendere candele per simboleggiare la luce che cresce, purificare gli spazi e rinnovare gli intenti per l’anno a venire. È anche una festa di ispirazione e creatività, in cui si onora il fuoco interiore e si semina simbolicamente la speranza.

Ostara (21 marzo – Equinozio di primavera)

  • Tema: equilibrio, fertilità, risveglio.

Ostara è la festa della ruota dell'anno legata all'equinozio di primavera. In questo giorno di equilibrio perfetto tra luce e ombra, la terra si risveglia e germoglia. Ostara celebra la fertilità della natura e il ritorno della vita dopo i mesi di quiete. È dedicata alla dea Eostre, simbolo di rinascita e fecondità, da cui deriva anche il termine Easter (Pasqua). Uova, fiori e lepri sono i suoi simboli principali, rappresentazioni della forza generatrice che permea il mondo. È tempo di piantare semi, sia materiali che spirituali, e di accogliere la gioia del rinnovamento.

Beltane (1° maggio)

  • Tema: amore, unione sacra, fertilità.

Con Beltane inizia la stagione luminosa: la natura esplode in colori e profumi, e l’energia vitale raggiunge il suo culmine. Si celebra l’unione sacra del Dio e della Dea, simbolo della passione e della creazione che animano ogni forma di vita. I fuochi di Beltane, accesi nelle colline, propiziano la prosperità, la fertilità e la protezione dei raccolti. Le danze intorno al palo di maggio (Maypole) rappresentano la gioia dell’amore e l’armonia tra maschile e femminile. È una festa sensuale, vitale e piena di speranza.

Litha (21 giugno – Solstizio d’estate)

  • Tema: apice della luce, energia vitale.

Litha è la festività della ruota dell'anno legata al solstizio d'estate. Il Sole è al suo massimo splendore, e la natura è nel pieno della sua forza. Litha celebra l’apice della luce e la potenza vitale che permea la terra. È un momento di gratitudine per l’abbondanza, di feste all’aperto, banchetti e danze sotto le stelle. Dopo Litha, la luce inizia lentamente a declinare, ricordandoci che ogni apice contiene già il seme del cambiamento. È il tempo della pienezza e della consapevolezza, in cui si raccoglie l’energia necessaria per affrontare i mesi futuri.

Lughnasadh o Lammas (1° agosto)

  • Tema: raccolto, gratitudine, sacrificio.

Dedicata al dio Lugh, signore delle arti e della maestria, è la festa della prima mietitura. Si celebra il pane nuovo, frutto del lavoro dell’uomo e della generosità della terra. È un periodo di ringraziamento e riflessione, in cui si riconosce ciò che si è seminato e raccolto, sia in senso materiale che spirituale. Lughnasadh ci ricorda che ogni abbondanza nasce da un sacrificio, e invita a condividere i propri frutti con la comunità. È tempo di gratitudine e generosità.

Mabon (21 settembre – Equinozio d’autunno)

  • Tema: bilancio, equilibrio, ringraziamento.

Durante Mabon, luce e ombra tornano nuovamente in equilibrio, ma l’oscurità inizia a prevalere. È la seconda festa del raccolto, un momento di bilancio e introspezione: si guardano i frutti ottenuti e si riflette su ciò che è maturato dentro e fuori di noi. Si ringrazia la terra per la sua generosità e ci si prepara al riposo dell’inverno, portando con sé solo ciò che è essenziale. È una festa di gratitudine, saggezza e consapevolezza, in cui si riconosce il ciclo eterno di crescita e decli

Paola Greco

Foto di apertura: Freepik