Metropolis: la fantascienza visionaria di Fritz Lang

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Era il 1927 quando nelle sale cinematografiche di Berlino usciva Metropolis, il capolavoro del grande regista austriaco Fritz Lang. Un film cult che diede inizio al genere fantascientifico e ispirò molte altre pellicole successive.

Metropolis, però, non fu solo un film che suscitò commenti, critiche e considerazioni dal mondo del cinema: ebbe un forte impatto anche su quella che era la società dell’epoca.
In un periodo storico in cui s’iniziava a sprofondare verso un abisso, la grande depressione del 1929, i temi trattati da Lang e le immagini del film inevitabilmente scossero l’opinione pubblica.

Il regista catapulta personaggi e ambientazione nel futuro, esattamente nel 2026, a distanza di 100 anni dall’epoca in cui fu realizzato. Metropolis, la città a cui dà vita Fritz Lang è una megalopoli futuristica nella quale si enfatizzano le divisioni classiste: nei grattacieli, infatti, vivono i manager, i ricchi. Nel sottosuolo, invece, abita la classe operaia, confinata in un ghetto.

Lang s’ispirò alla vista notturna di New York per ricreare la sua città del futuro.
Nonostante le scene del film fossero visionarie e irreali, misero in evidenza un aspetto della società da non sottovalutare: lo sfruttamento dei lavoratori più poveri, un meccanismo di ingiustizia sociale che, per certi versi, denota un aspetto attuale delle forme di potere.

La produzione del film impiegò un’intera troupe per 19 mesi e 36.000 comparse. Il costo totale fu quello di 5 milioni di marchi tedeschi in uso all’epoca.

La trama ruota attorno alla ribellione della classe operaia, ormai ridotta in schiavitù. Gli abitanti del sottosuolo vengono incitati alla rivolta da un robot dalle fattezze femminili somiglianti a quelle di una di loro, Maria; robot costruito da uno scienziato che vuole vendicarsi di John Fredersen, il dominatore della città.
La rivolta provoca un’inondazione che colpisce i quartieri operai finché il figlio di Fredersen, Freder, non fa da mediatore fra le due classi opposte e trova un punto d’incontro per creare un nuovo patto sociale.

In Germania il film non riscosse molto successo dalla critica, anzi, alcuni sdegnarono la carica retorica del film considerandola quasi eccessiva. Metropolis, però, piacque molto ad Adolf Hitler e Joseph Goebbles incantati dal potere espressivo del film. Ma questo non era proprio quello che Fritz Lang si aspettava, tanto che si disgustò dall’aver colpito così positivamente il partito nazional-socialista.