Medicane, cosa è un ciclone tropicale mediterraneo

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Il termine è stato coniato nel 1989, ma è diventato sempre più familiare negli ultimi anni a causa del cambiamento climatico. Ecco tutte le cose da sapere sul ciclone mediterraneo.

Ciclone tropicale mediterraneo. Sembra quasi un’invenzione: il mare che bagna l’Italia non si trova certo ai Tropici. E invece no, il ciclone tropicale mediterraneo in meteorologia esiste, eccome. Abbreviato in Medicane (dalla fusione dei termini inglesi mediterranean hurricane, “uragano mediterraneo"), indica un sistema di bassa pressione caratterizzato da un nucleo caldo, convezione temporalesca attorno ad un centro di venti ben definito, piogge torrenziali, forti venti, che tipicamente (ormai) compare nell'area del bacino del Mediterraneo.

La nascita del termine “medicane”

Il temine Medicane è stato coniato nel 1989 dai meteorologi statunitensi Steven Businger e Richard Reed, ma in ambito scientifico le tempeste di questo tipo sono definite come TLC, acronimo di Tropical Like Cyclone. Dal secondo dopoguerra ne sono state registrate un centinaio, con una intensificazione negli ultimi anni dovuta al cambiamento climatico. Tra le principali cause di questo fenomeno meteorologico c’è il progressivo aumento della temperatura del mar Mediterraneo.

Come si formano i cicloni tropicali mediterranei

All’origine del fenomeno dei medicane c’è il gradiente di temperatura tra l’acqua e l’aria sovrastante. Queste tempeste, in pratica, si formano quando la corrente a getto polare porta masse di aria fredda sul Mar Mediterraneo, in un periodo in cui è relativamente più caldo. Ciò è dovuto all’eccesso di energia termica accumulata sopra il mare, che viene trasformata rapidamente in energia cinetica, ossia in un intenso moto vorticoso dell'aria attorno a un nucleo centrale. 

Il periodo in cui sono più frequenti

I medicane si verificano con maggior frequenza in autunno, quando la temperatura superficiale del mare è ancora abbastanza elevata (e lo è sempre di più), mentre di contro iniziano a formarsi le prime correnti di aria fredda al di sopra della sua superficie. Ma non è la regola assoluta: si sono infatti verificati medicane anche a gennaio (Alex, nel 2016) e aprile (Arlene, nel 2010). E sono solo un paio di esempi.

Similitudini e differenze con i cicloni tropicali

I cicloni mediterranei, sono in tutto e per tutto simili a quelli delle zone tropicali, sia quando vengono osservati sulle immagini satellitari, sia per caratteristiche dinamiche e termodinamiche. Ad esempio, presentano il tipico “occhio” e una spirale di nubi che si sviluppa al suo esterno, che ruota attorno al nucleo caldo centrale. Ma, a differenza dei “cugini” tropicali, hanno durata limitata a pochi giorni, sono più piccoli e risultano decisamente meno potenti. Questo a causa della ridotta estensione del mar Mediterraneo, da dove traggono energia: se classificati in base alla scala Saffir-Simpson degli uragani, solo raramente arrivano a toccare il grado I, ovvero quello di uragano debole.

Le previsioni dei meteorologici: il futuro dei medicane

Come detto, i medicane non hanno la potenza distruttiva dei cicloni tropicali come l’uragano Katrina che, nel 2005, rase al suolo buona parte dell’abitato di New Orleans. Tuttavia, i meteorologi cominciano a ritenere che l'effetto serra potrebbe creare nel bacino del Mediterraneo le condizioni per la formazione cicloni altamente distruttivi.

Matteo innocenti

Foto di apertura: 123rf