Multitasking e capacità cognitive: l’iperconnessione abbassa le nostre prestazioni?

Multitasking2

Iperconnessione è, senza ombra di dubbio, la parola del nuovo millennio: abbiamo un dubbio e consultiamo immediatamente google; siamo testimoni di un fatto inconsueto e ci fermiamo a fotografarlo per poi condividerlo immediatamente sui social networksui quali siamo iscritti; mandiamo sms e rispondiamo alle mail durante la scuola o il lavoro; chattiamo su Skype o Msn nel tempo dedicato allo studio.

Insomma, il livello di attenzione dell'essere umano è sempre più ampio, tanto che ci sembra di riuscire a svolgere contemporaneamente più attività senza risentire di una particolare stanchezza cognitiva.

Ma quali sono gli effetti di questo vero e proprio multitasking mentale?

A questa domanda ha cercato di rispondere uno studio condotto a Stanford, i cui ricercatori hanno misurato le capacità cognitive di due gruppi di persone: le sempre più rare persone non multifunzionali e quelle che con la multifunzionalità ci vivono e ci lavorano.

Ciò che ne è risultato non lascia spazio ai dubbi: la multifunzionalità non aiuta le prestazioni del nostro intelletto, anzi.

E' stato infatti notato che il gruppo dei multifunzionali tendeva a distrarsi, dando importanza all'irrilevante rispetto al compito principale fissato dai ricercatori. Il risultato è un notevole calo delle capacità mentali di ciascuno di noi.

Insomma, accade che coloro che sono più inclini a cedere al multitasking, in realtà, non riescono molto bene a gestire i diversi processi arrivando a non essere in grado di portare a termine nessun compito assegnato o prefissato.

I ricercatori hanno cercato di dare una risposta a questo fenomeno e hanno ipotizzato che il nostro cervello riesca a svolgere in modo preciso solo due attività simultanee. Quando Aggiungendone solo una in più tutto, il sistema crolla andando a terminare in un nulla di fatto.

Sembrerebbe, quindi, che la tecnologia,  proceda in modo molto più veloce rispetto alle nostre attuali capacità mentali.

Incredibilmente la creatura, in questo caso tecnologica, ha superato il creatore.