La spesa pubblica, il federalismo fiscale, il sistema tributario italiano

Le risorse, acquisite con il prelievo fiscale o con il ricorso a prestiti sono utilizzate per perseguire obiettivi di allocazione delle risorse, distribuzione del reddito e controllo del ciclo economico. Il livello e la composizione della spesa riflettono le scelte operate da soggetti politici e amministrativi, l'evoluzione della struttura economica e sociale, i comportamenti di cittadini e operatori economici

Entrare e spese pubbliche possono essere decentrate a enti territoriali a livello locale: la forma più completa di decentramento è il federalismo fiscale.

Il capitolo si chiude con una panoramica dell'odierno sistema tributario italiano

La spesa pubblica e la sua misurazione

L'impiego da parte dello Stato o di altri enti pubblici di risorse economiche per produrre beni e servizi per la collettività o effettuare trasferimenti in favore dei cittadini costituisce la spesa pubblica. Nel valutare l'entità della spesa pubblica si tende a far riferimento a un ampio insieme di enti pubblici, i cui bilanci vengono consolidati per mettere in luce le caratteristiche dei flussi di spesa rivolti da tali enti ad altri soggetti. L'aggregato di uso più diffuso è quello delle Amministrazioni Pubbliche (AP), ossia l'insieme degli enti che, come funzione principale, producono beni e servizi non destinabili alla vendita e redistribuiscono risorse prelevate in forma obbligatoria. Nell'ambito delle AP si distinguono le spese delle Amministrazioni centrali (Stato ed enti di carattere nazionale), delle Amministrazioni locali (regioni, province, comuni, altri enti di carattere locale) e degli Enti di previdenza.

La spesa può essere rilevata all'atto del pagamento effettuato dall'ente pubblico (cassa) o al momento della transazione economica, in cui il bene o il servizio è messo a disposizione della controparte (competenza). Il conto delle AP fa prevalentemente riferimento al criterio della cassa. Per confrontare i livelli di spesa di paesi e periodi diversi si fa normalmente riferimento al rapporto fra spesa e prodotto interno lordo.

La classificazione della spesa

La spesa pubblica può essere ripartita in base alle caratteristiche economiche dei pagamenti e alle funzioni cui essa è finalizzata (difesa, giustizia, istruzione, sanità, previdenza e assistenza ecc.).

Nella classificazione economica si distingue fra spese correnti e in conto capitale, in relazione soprattutto alla durata dei beni acquisiti con la spesa medesima. Le spese correnti includono le remunerazioni dirette e indirette dei dipendenti pubblici, i consumi intermedi (ossia gli acquisti di beni e servizi), le prestazioni sociali, gli interessi sul debito pubblico e i contributi alla produzione (i trasferimenti ai produttori di alcuni beni o servizi volti a ridurre il prezzo dei medesimi o ad accrescere il reddito dei produttori). Le spese in conto capitale includono gli investimenti diretti e i contributi agli investimenti effettuati da operatori esterni al settore pubblico. Si distingue altresì fra spese finali per l'acquisto di beni e servizi (quali le spese per il personale, i consumi intermedi e gli investimenti diretti) e spese per trasferimenti; le prime influiscono direttamente sul livello della domanda aggregata (la produzione di servizi non vendibili da parte delle AP è valutata convenzionalmente in base al costo dei fattori impiegati), le seconde vi influiscono attraverso gli effetti esercitati sulle decisioni di spesa dei percettori dei trasferimenti. Sommando le spese per il personale e i consumi intermedi e sottraendo il valore dei servizi venduti dalle amministrazioni, si ottengono i consumi collettivi, ossia il valore dei servizi forniti gratuitamente dalle AP alla collettività.

La spesa pubblica comporta un utilizzo delle risorse nazionali diverso da quello che sarebbe risultato dalle scelte dei soggetti economici privati. L'intervento pubblico può trovare giustificazione nell'esistenza di un'inefficienza allocativa o nella necessità di influenzare l'andamento ciclico dell'economia o ancora, nell'aspirazione a una maggiore equità.