Che cos'è la metafisica

Il termine metafisica (in greco metà tà physikà: oltre le cose sensibili) viene coniato da Andronico di Rodi, curatore nel sec. I d.C. delle opere aristoteliche, per indicare l'insieme di testi che hanno per oggetto le realtà oltre il mondo della natura sensibile e sono perciò collocati dopo (metà) i libri di fisica sulla natura: essi costituiscono così la Metafisica di Aristotele. Ben presto l'analogia tra la collocazione materiale dei libri aristotelici (dopo la fisica) e la collocazione teorica del mondo che è al di là della natura (greco: ph´ysis), fa sì che per metafisica si intenda non più una sezione delle opere di Aristotele, bensì il loro oggetto, che per Aristotele è la scienza dell'essere in quanto essere o "filosofia prima". Nella storia della filosofia la metafisica si presenta sostanzialmente in tre accezioni fondamentali: 1. come teologia razionale: l'essere in sé è pensato come una totalità esistente e autonoma, che viene a coincidere con il Motore immobile, l'Assoluto, cioè Dio; 2. come ontologia: l'essere è inteso come la struttura e il senso delle cose e la metafisica ne studia i caratteri e i significati fondamentali; 3. come gnoseologia: partendo dalla constatazione dell'inconoscibilità dell'essere in sè, la metafisica si occupa dei limiti e delle caratteristiche della conoscenza umana.