La storiografia

La storia del declino di un mondo

Di fronte alla Francia dilaniata dalla guerra e dalla peste, minacciata nella sua integrità territoriale nella guerra dei cent'anni contro gli inglesi, i cronisti avvertirono la necessità di verificare e arricchire le proprie fonti al fine di ricostruire un'immagine più ordinata e documentata di avvenimenti caotici e complessi.

Jean le Bel

Jean le Bel (1290-1370), canonico di Liegi, scrisse una lunga Chronique (Cronaca, 1352) per raccontare la guerra tra Francia e Inghilterra. L'opera si distingue per l'attenzione con cui egli scelse e vagliò i testimoni nell'intento di lasciare un documento attendibile e veritiero.

Jean Froissart

Jean Froissart (1337 - circa 1404) fu protetto da numerosi principi francesi e inglesi e viaggiò a lungo, percorrendo Francia, Inghilterra, Scozia, Italia, Olanda. Le sue Chroniques (Cronache, 4 libri) raccontano le guerre che insanguinarono l'Europa dal 1327 al 1400. Froissart utilizzò i propri ricordi e le testimonianze raccolte presso aristocratici o semplici cavalieri durante i viaggi, ma, imbevuto di ideali cortesi e cavallereschi, descrisse solo la superficie degli avvenimenti e non seppe vedere le miserie e le durezze della guerra. Le sue cronache, eleganti e fastose, non sono quindi un documento storico, ma una testimonianza acuta dei costumi di un'epoca. Compose anche un romanzo in versi e alcune ballate.

Philippe de Commynes

Philippe de Commynes (1447-1511), nato in una famiglia di alti funzionari borgognoni, entrò al servizio del duca di Borgogna Carlo il Temerario nel 1467, quindi passò al servizio del re di Francia Luigi XI nel 1472. Nelle sue Mémoires (Memorie, 1490-1498), in otto libri, narrò gli avvenimenti accaduti e personalmente vissuti sotto il regno di Luigi XI e poi di Carlo VIII. La sua riflessione storica è essenzialmente politica: non gli interessa l'aneddoto né lo spettacolo, anzi egli svela crudamente l'altra faccia dell'eroismo cavalleresco. La guerra è soltanto la manifestazione di conflitti più complessi e questi costituiscono l'oggetto dell'indagine dello storico. Freddezza dell'analisi, ampia libertà di giudizio, ambizioni pedagogiche annunciano la storiografia dell'umanesimo.