La storiografia

Le prime cronache

Le prime opere di argomento storico in lingua volgare non si scostano da generi letterari come la poesia epica o il romanzo in versi: si pensi alle opere di Wace sulla storia dei Bretoni e dei Normanni. Nel secolo XIII, anche con l'affermarsi della prosa, la storiografia prese le distanze dalla letteratura d'invenzione e cominciò ad acquisire caratteristiche specifiche. Tuttavia i primi cronisti (chroniqueurs) erano ancora mossi non tanto dall'intento di lasciare ai posteri memoria dei fatti del loro tempo, quanto soprattutto dal bisogno di interpretarli e comprenderli all'interno di una determinata visione del mondo.

Geoffroy de Villehardouin

Geoffroy de Villehardouin (1152-1212), maresciallo di Champagne, partecipò alla quarta crociata (1202-1204) e assunse incarichi di comando a Costantinopoli. Nella sua Histoire de la conquête de Costantinople (Storia della conquista di Costantinopoli, circa 1207) si propose prima di tutto di giustificare come politico la singolare conclusione della quarta crociata (apparsa scandalosa o perlomeno inquietante a molti cristiani, dal momento che, invece di strappare territori agli infedeli, si era effettuata una "deviazione" conquistando Costantinopoli, capitale di un impero cristiano). Nonostante l'evidente carattere tendenzioso, la sua opera è pregevole per la lucidità della narrazione e l'incisività dello stile.

Robert de Clari

Robert de Clari (circa 1170 - circa 1216) è un povero cavaliere originario della Piccardia, un crociato qualunque nella stessa spedizione di Villehardouin, che nella sua Conquête de Costantinople (Conquista di Costantinopoli, verso il 1210) racconta con semplicità e candore le battaglie, la vita quotidiana dei crociati negli accampamenti, le meravigliose ricchezze dell'Oriente. Pur sincera, la sua testimonianza appare superficiale e ingenua.