Dada e surrealismo

Dada: un rifiuto totale

Tra il 1916 e il 1921, dapprima in Svizzera, quindi in vari paesi europei e negli Stati Uniti, sorse e si sviluppò il movimento dada, un indirizzo di avanguardia artistica e letteraria che ebbe le sue radici nell'esperienza della guerra mondiale. Per le giovani generazioni la guerra rappresentò una brusca frattura, che imponeva radicali cambiamenti. Di colpo le prestigiose illusioni e conquiste scientifiche, le stesse conquiste sociali apparvero ai giovani solo impostura: la società li aveva addestrati solo per gettarli in una carneficina che la potenza della tecnologia rendeva mille volte più spaventosa. Il movimento dada rifiutò in blocco la civiltà borghese e i suoi valori, l'impegno politico. Nei primi anni di guerra la neutrale Zurigo accoglieva esuli da tutta Europa. Alcuni artisti, tra cui il romeno T. Tzara, Hans Arp, R. Huelsenbeck, H. Ball, i fratelli Janco, diedero vita al movimento "dada", il cui nome derisorio fu dato dalla prima parola apparsa aprendo a caso un dizionario. Dada si espresse in una negazione assoluta, un nichilismo distruttivo e provocatorio. Nel 1920 Tzara arrivò a Parigi. La rivista "Littérature", fondata da A. Breton, L. Aragon e P. Soupault, fece sue le istanze distruttive di dada, così il movimento si arricchì di nuove presenze. La rivolta si espresse in un deliberato esibizionismo, in una ricercata eccentricità. I dadaisti organizzarono rapprentazioni teatrali in cui ogni attore parlava per conto suo, al di là di qualunque coerenza logica e sintattica. Esposero oggetti industriali con la firma dell'artista (M. Duchamp). Manifestarono un furore iconoclasta nei confronti dei capolavori riconosciuti (come i baffi disegnati sulla Gioconda da Duchamp). Composero poesie con parole ritagliate dai giornali ed estratte a caso da un cappello.

Morte ed eredità del dadaismo

Nel gennaio 1922 Breton si separò dai dadaisti e Tzara decretò la morte di dada. Il movimento che meglio raccolse l'eredità di dada fu il surrealismo, anche se il problema dei rapporti tra dadaismo e surrealismo è alquanto controverso: infatti, comuni furono la matrice storica e il rifiuto, ma dada non possedette mai quella tensione verso la creazione di una cultura alternativa, specifica del surrealismo. Tuttavia, eredità preziose del dadaismo furono la demistificazione della lingua, la deformazione delle strutture, l'insistenza sulla parodia e sul nonsense.

Tristan Tzara

Tristan Tzara, pseudonimo del romeno Samuel Rosenstock (1896-1963), giunto a Zurigo nel 1916 fondò con il tedesco R. Huelsenbeck e l'olandese H. Arp il movimento dada, i cui intenti erano espressi nel Manifeste dada (Manifesto dadaista, 1918). Tzara pubblicò opere dissacratorie e provocatrici che esprimevano una rivolta nichilista e radicale: La première aventure céleste de monsieur Antipiryne (La prima avventura celeste del signor Antipiryne, 1916); Vingt-cinq poèmes (Venticinque poesie, 1918). Dopo l'adesione al marxismo e la partecipazione alla guerra civile spagnola e alla resistenza, Tzara maturò una poesia più impegnata sul piano sociale e più calibrata sotto il profilo del linguaggio. Il volume Le surréalisme et l'après-guerre (Il surrealismo e il dopoguerra, 1947) raccoglieva varie conferenze in cui egli presentava l'avanguardia poetica come strumento rivoluzionario contro ogni forma di costrizione della società borghese.