Il simbolismo: Rimbaud e Verlaine

Verlaine

Paul Verlaine (1844-1896) tradusse la sua ispirazione poetica in una musicalità struggente e purissima, in un'esigenza di ordine formale.

La vita e le opere

Nato a Metz, intraprese gli studi di diritto, ma li abbandonò subito per impiegarsi come spedizioniere al comune di Parigi (1864). Entrato in contatto con gli ambienti letterari, cominciò a frequentare alcuni giovani poeti parnassiani e a collaborare a varie riviste. In quegli anni si rivelarono la sua omosessualità, la dipendenza dall'alcol e la propensione alla violenza. Sposò nel 1870 la sedicenne Mathilde Mauté, ma il matrimonio non durò, travolto alla fine dalla tormentata relazione con Rimbaud. Tra fughe e vagabondaggi, litigi e rappacificazioni, la loro complessa relazione ebbe fine a Bruxelles, dove il 10 luglio 1873 Verlaine sparò a Rimbaud, ferendolo leggermente. Dopo aver scontato due anni di carcere, condusse una vita di legami turbolenti e lavori falliti, che scivolò inesorabilmente verso il basso; venne persino arrestato e imprigionato per aver picchiato sua madre. Da un ospedale all'altro, da una pensione all'altra, trascinò gli ultimi anni di vita sempre in difficoltà economiche, morendo in miseria.

La prima raccolta, Poèmes saturniens (Poemi saturnini, 1866), rivela la sua adesione ai canoni parnassiani, in particolare l'insistenza sulla necessità della tecnica e dello studio, contrapposti alle velleitarie facilità dell'ispirazione. Nelle poesie della raccolta appaiono tuttavia alcune caratteristiche originali, soprattutto un abbandono malinconico e languido in netto contrasto con l'aspirazione parnassiana all'impassibilità. Nel 1869 uscirono Les fêtes galantes (Le feste galanti), liriche ispirate a pittori del Settecento come Watteau, seguite dalla raccolta La bonne chanson (La buona canzone, 1870), incerto riflesso di un'effimera speranza di serenità. La profonda influenza dell'opera di Baudelaire, punto di riferimento primo e fondamentale, la traccia evidente dell'incontro con Rimbaud si fondono in una poesia dalla fisionomia matura e originale nella raccolta Romances sans paroles (Romanze senza parole, 1874). Dopo l'esperienza del carcere e della conversione alla fede cattolica, pubblicò le raccolte Sagesse (Saggezza, 1881) e Jadis et naguère (Allora e ora, 1884). Le ultime opere, in bilico tra esaltazione sensuale e nostalgia d'innocenza, comprendono componimenti diseguali: Amour (Amore, 1888); Chansons pour elle (Canzoni per lei, 1891); Liturgies intimes (Liturgie intime, 1892); Dans les limbes (Nei limbi, 1894); Épigrammes (Epigrammi, 1894). Tra le sue opere va ricordato il volume Les poètes maudits (I poeti maledetti, 1884), che presenta i profili di alcuni poeti "irregolari", vagabondi e irrequieti, decisi a confinarsi tra rivolta ed emarginazione. Negli ultimi anni della sua vita scrisse anche opere in prosa di ispirazione autobiografica: Mémoires d'un veuf (Memorie di un vedovo, 1886), Mes hôpitaux (I miei ospedali, 1891); Mes prisons (Le mie prigioni, 1893); Confessions (Confessioni, 1895).

La poetica

Il gusto per il non definito e per le sfumature, caratteristica principale della scrittura di Verlaine, si traduce in una poetica che pone al centro l'esigenza della musicalità: tramite il ripudio dell'eloquenza, del tono declamatorio, della rima, la poesia aspira non a descrivere ma a suggerire, a dissolvere la realtà in sogno, in immagini sempre più vaghe. In tal modo la poesia conduce al di là dell'esperienza sensibile e coglie l'essenza profonda e nascosta delle cose. All'interno di questa poetica, che esprime evidentemente le esigenze del simbolismo, la sua lirica trova i suoi accenti più personali nella tonalità cromatica del grigio, colore della "fadeur", della malinconia, dell'ambiguità.