Il romanticismo

Benjamin Constant

Henri-Benjamin Constant de Rebecque (1767-1830), nato a Losanna, dopo studi alquanto disordinati in Inghilterra, Germania e Svizzera conobbe nel 1794 Madame de Staël; l'anno successivo divorziò (si era sposato nel 1789) e seguì la Staël a Parigi. La loro relazione, tra fughe e riconciliazioni, durò fino al 1811, nonostante egli si fosse segretamente sposato con Charlotte de Hardenberg nel 1808. Uomo politico di successo, capofila dei liberali, oratore brillante, appassionato sostenitore della libertà di stampa, autore di opere politiche e filosofiche, membro del Tribunato, nel 1802 fu esiliato da Napoleone, che però lo richiamò durante i Cento Giorni. All'opposizione durante la Restaurazione, dopo la rivoluzione di luglio (1830) venne nominato presidente del Consiglio di Stato dal re Luigi Filippo, ma morì lo stesso anno.

Le opere

La sua tormentosa incertezza nei rapporti d'amore costituisce il tema del suo capolavoro, il romanzo di ispirazione autobiografica Adolphe (1816), in cui traspose velatamente la vicenda con Madame de Staël. Il romanzo, dalla struttura rigorosa e compatta, scritto in prima persona, ruota intorno al tema dell'incapacità di amare, affrontato con lucida, implacabile introspezione. Il narratore avverte come un male incurabile la propria ambivalenza, il conflitto tra desiderio e impossibilità di amare. Nella forma del romanzo di analisi, si insinua un'opera nuova, rappresentazione del "male del secolo", di un eroe indeciso e straniero a se stesso e al mondo; Adolphe fu giustamente considerato uno dei manifesti della nuova sensibilità romantica. La personalità inquieta e contraddittoria di Constant è stata meglio illuminata dalla pubblicazione postuma dei Journaux intimes (Diari, 1952).