Il romanticismo

Madame de Staël

Anne-Louise-Germaine Necker, baronessa de Staël (1766-1817) ebbe il merito di esporre nelle sue opere i nuovi canoni estetici che favorirono l'elaborazione della poetica romantica.

La vita

Nata a Parigi, figlia del banchiere Necker, ministro delle finanze di Luigi XVI, studiò le opere dei philosophes e si appassionò all'opera di Rousseau, a cui dedicò il suo primo saggio, Lettres sur les ouvrages et le caractère de Jean-Jacques Rousseau (Lettere sulle opere e sul carattere di J.-J. Rousseau, 1788). Negli anni dopo la Rivoluzione animò a Parigi, in rue du Bac, un celebre salotto politico e letterario. Nel 1794 conobbe B. Constant, con cui ebbe una lunga e tormentata relazione. Dal 1800 al 1814 l'ostilità di Napoleone, al cui regime era fieramente avversa, la costrinse all'esilio. Si ritirò nel castello di Coppet, presso Ginevra, che diventò un cenacolo di liberalismo e antibonapartismo, frequentato da personalità politiche e letterarie fra le più importanti d'Europa. Alternò al soggiorno svizzero frequenti viaggi, tra cui fondamentali quelli in Germania, dove conobbe A.W. Schlegel, W. Goethe e F. Schiller, e in Italia, dove entrò in contatto con V. Monti, I. Pindemonte, P. Canova, A. Verri, M. Cesarotti. Dopo la caduta di Napoleone, rientrò a Parigi, ricoprendo nuovamente un importante ruolo culturale.

Dall'illuminimo al romanticismo

Al saggio su Rousseau, la scrittrice fece seguire una serie di opere ispirate all'ideologia del progresso e del bene sociale, tra cui De l'influence des passions sur le bonheur des individus et des nations (Dell'influenza delle passioni sulla felicità degli individui e delle nazioni, 1796) e De la littérature considerée dans ses rapports avec les institutions sociales (Della letteratura considerata nei suoi rapporti con le istituzioni sociali, 1800). In quest'ultima, Madame de Staël applicava alle arti la teoria di Montesquieu sulla relatività delle istituzioni, introducendo la distinzione fra letterature del nord e del sud sulla base dei legami fra clima, società ed espressione letteraria e artistica. Tali affermazioni, che erano in contraddizione con la teoria classica della bellezza intesa come valore immutabile e universale, annunciavano la scoperta e l'esaltazione della civiltà tedesca e prepararono l'elaborazione della poetica romantica.

Il manifesto della poetica romantica

Nel 1810 pubblicò il trattato De l'Allemagne (Della Germania), che Napoleone fece sequestrare e distruggere; pubblicata a Londra nel 1813 e a Parigi dopo la fine dell'Impero, l'opera proclamava il rifiuto dei canoni del classicismo affermando la spontaneità del fatto poetico, frutto di sentimento e di fantasia creatrice; venivano così rivalutate l'arte popolare ed epoche storiche come il Medioevo. Scarsamente originale e non sempre organica, Della Germania è tuttavia un'opera complessa, di ampio respiro e ricca di intuizioni feconde. Grande fu il suo influsso sul dibattito fra classicisti e romantici che si sviluppò anche in Italia, dove nel 1816 apparve sulla "Biblioteca italiana" l'articolo della Staël Sulla maniera e l'utilità delle traduzioni, nel quale si sosteneva la necessità per lo scrittore di estendere il proprio orizzonte alle letterature straniere.

I romanzi

La personalità appassionata della Staël e la sua fervida immaginazione si espressero nei romanzi, accolti con entusiasmo nonostante i vistosi limiti. Le vicende, i toni, i personaggi risultavano infatti amplificati e segnati dall'eccezionalità sia in Delphine (1802), che tratta il tema della donna, fortemente condizionata dalla società; sia in Corinne ou l'Italie (1807), storia d'amore occasione di un grande affresco di paesaggi e di costumi italiani. Sono entrambe opere di evidente ispirazione autobiografica; digressioni, sentimentalismi, lungaggini, eccessi melodrammatici collocano però tali romanzi nel novero delle opere mancate.