Approfondimenti

Dal mito alla ragione: Protagora

La sofistica accompagna la trasformazione culturale che si verifica agli inizi del V secolo a.C., quando la Grecia passa da una cultura conforme alla tradizione, qual era stata quella fino all'epoca arcaica, a una molto più complessa ed articolata, l'età classica: per questo il passaggio tra le due civiltà è stato definito come un passaggio “dal mito alla ragione”. L'“umanesimo” di Protagora ne è senz'altro l'emblema. Che l'uomo diventi il centro della speculazione di questo e di altri sofisti, ben appare da uno dei pochi frammenti rimasti del trattato protagoreo Sui discorsi demolitori: “Di tutte le cose la misura è l'uomo: di quelle che sono per ciò che sono, di quelle che non sono per ciò che non sono”. Questo assoluto relativismo di valori si applica non solo alla concezione dell'uomo, ma anche alla visione degli dei che il sofista sembra liquidare mostrando una posizione rigidamente agnostica. Nel trattato Sugli Dei si legge: “Riguardo agli dèi, non ho la possibilità di sapere né che sono né che non sono, opponendosi a ciò molte cose: l'oscurità dell'argomento e la brevità della vita umana”.