Il romanzo tra fine Ottocento e primo Novecento

Edward Morgan Forster

Edward Morgan Forster (1879-1970) è autore non accostabile agli sperimentalisti: rispetto a Joyce il suo approccio alla prosa fu più ortodosso e tradizionale. Eppure nella sua opera si respira un'innegabile sensazione di modernità (più di temi trattati che di tecniche); esponente della tradizione della grande narrativa inglese, esercitò una non trascurabile influenza sugli scrittori posteriori.

La vita e le opere

Nato a Londra da una famiglia gallese, fu un tipico rappresentante della tradizionale borghesia liberale inglese, colta e progressista, ma anche estremamente prudente, non facile preda di entusiasmi o ideologie astratte. Studiò al King's College di Cambridge, fece vari viaggi e frequentò il gruppo di intellettuali noto come "Bloomsbury group" (v. a p. 248), condividendone le idee liberali e anticonformiste. Morì a Coventry. Nelle sue opere più famose, che hanno per lo più come sfondo l'Italia, Where angels fear to tread (Monteriano, 1905) The longest journey (Il cammino più lungo, 1907), A room with a view (Camera con vista, 1908), Howard's end (Casa Howard, 1910), Forster descrisse ambienti e situazioni tipicamente borghesi, esprimendo al tempo stesso il proprio rifiuto per le convenzioni vittoriane e la simpatia per la generosità, l'istintività e la passionalità italiane. Il tema centrale dei romanzi è spesso la difficoltà nelle relazioni umane, che si fa lancinante e insormontabile quando i personaggi appartengono a gruppi etnici e mentalità diversi. Esemplare in questo senso è A passage to India (Passaggio in India, 1924), il suo capolavoro, complesso affresco che illustra le incomprensioni nella convivenza tra coloni inglesi e popolazione indiana agli inizi degli anni Venti: né inglesi né indiani sono risparmiati dallo scrittore, che appare come un disincantato osservatore della meschinità e dell'assurdità umane. Dopo A passage to India la sua vena di romanziere si esaurì: scrisse raccolte di racconti, fra cui The eternal moment (Il momento eterno, 1928), e i saggi Aspects of the novel (Aspetti del romanzo, 1927) e The development of English prose between 1918 and 1939 (Lo sviluppo della prosa inglese tra il 1918 e il 1939, 1945). Per volere dell'autore, Maurice (1971), un romanzo terminato nel 1914, uscì postumo: il tema (una storia di omosessualità in un college maschile) alludeva chiaramente a vicende personali. Alcuni suoi romanzi sono stati portati sullo schermo con grande successo dal regista inglese D. Lean e dallo statunitense James Ivory.