La saggistica e la storiografia

Tratti generali del periodo vittoriano

Il "Reform Bill", che nel 1832 allargò il diritto di voto rinnovando il sistema elettorale, segnò la prevalenza dei collegi elettorali cittadini su quelli, sempre più spopolati delle campagne (i rotten boroughs, i borghi putridi) e di conseguenza il passaggio del potere dai proprietari terrieri agli industriali, che comportò cambiamenti anche a livello culturale. Il "Reform Bill" viene generalmente considerato lo spartiacque fra periodo romantico ed età vittoriana, un periodo di grandi contraddizioni sotto la maschera dell'equilibrio e della rispettabilità. Il progresso dell'industria britannica nella prima metà dell'Ottocento fu spettacolare: l'espansione delle città industriali, la crescita del benessere della borghesia (con la sua fiducia incrollabile nel progresso) non potevano tuttavia nascondere la sovrappopolazione delle città, la povertà, la mancanza delle più elementari condizioni igieniche nei quartieri poveri, lo sfruttamento della manodopera sottoposta a orari di lavoro impossibili (anche per donne e bambini). Queste condizioni produssero nel paese la scissione "in due nazioni", come vennero definite dal primo ministro Disraeli: la classe operaia e quelle privilegiate.

Il compromesso vittoriano

Per impedire che la frattura fra le due nazioni sfociasse in una guerra sociale e ostacolasse lo sviluppo industriale, le classi dirigenti britanniche attuarono quello che viene chiamato il "compromesso vittoriano". Così, da un lato si garantì una politica di totale non ingerenza economica da parte dello Stato, rifiutando l'imposizione di qualsiasi regola al mercato; dall'altra, la consapevolezza delle condizioni disumane imposte alla forza lavoro contribuì all'adozione di riforme per migliorare le condizioni di vita e di lavoro del proletariato. Nella società britannica questa consapevolezza prese la forma di un vago umanitarismo, che divenne spesso espressione di un facile sentimentalismo.

La maggiore prosperità, il progresso medico-scientifico, l'allargarsi dell'alfabetizzazione furono tutti segnali del progresso; di qui l'ottimismo diffuso e il desiderio da parte della classe media di estendere i propri valori anche alla classe lavoratrice. L'idea di rispettabilità dominò tutta la società vittoriana, ma rispettabilità e perbenismo non potevano di per sé eliminare mali sociali quali la povertà, la crudeltà sui bambini, la prostituzione o lo sfruttamento dei lavoratori. I "peccati" vennero più semplicemente nascosti sotto un velo di ipocrisia, contro la quale si scagliarono i critici del tempo (Carlyle, Ruskin, Arnold, Morris), il poeta e critico William Morris e il polemista Thomas Henry Huxley (1825-1895).

Le coscienze dei vittoriani furono anche turbate dal conflitto fra religione e scienza: la teoria evoluzionistica avanzata da Charles Darwin nel saggio The origin of the species (L'origine delle specie, 1859) scosse profondamente le fondamenta delle credenze più tradizionali e causò dispute e controversie spesso assai amare, che trovarono eco anche al di fuori del mondo scientifico, soprattutto in poesia.