La fine della letteratura pagana: i prosatori e gli ultimi poeti

I giuristi

Nel periodo che va da Adriano alle soglie del Medioevo, gli studi di diritto assunsero una straordinaria intensità sotto la spinta delle leggi emanate dagli imperatori, che devono essere redatte, coordinate e accordate con quelle precedenti, interpretate dai giuristi. La giurisprudenza raggiunse in questa epoca il suo apogeo.

Quasi nulla si sa della vita di Gaio, vissuto nel II secolo, che non ricoprì nessun incarico pubblico. Scrisse le Institutiones (Istituzioni) in 4 libri, l'unica opera di diritto civile che sia giunta praticamente nella forma originaria. Scritta all'epoca di Antonino Pio e di Marco Aurelio, mirabile per la chiarezza espositiva e per l'organicità del contenuto, è divisa in tre parti, dedicate rispettivamente ai soggetti del diritto: persone, cose e azioni.

Emilio Papiniano, il più grande dei giureconsulti romani, visse al tempo degli imperatori Marco Aurelio e Settimio Severo e ricoprì importanti incarichi pubblici. Fu ucciso nel 212 per ordine di Caracalla con il quale era entrato in discordia. Scrisse 37 libri di Quaestiones, 19 di Responsa e 2 di Definitiones, di cui ci sono pervenuti vari frammenti insieme a commenti posteriori. La sua opera, che ha soprattutto carattere pratico, influenzò profondamente le legislazioni successive.

Domizio Ulpiano, nato nella fenicia Tiro intorno al 170, fu prefetto del pretorio nel 222 sotto Alessandro Severo. Fu ucciso nel 228 dai pretoriani. Della sua vastissima produzione, comprendente 51 libri di diritto civile Ad Masurium Sabinum e 83 libri Ad edictum praetoris, sono giunti circa 2500 passi, raccolti nel Corpus iuris civilis giustinianeo. Direttamente ci è pervenuta un'opera minore, il Liber singularis regularum, sulla cui attribuzione tuttavia sussistono dubbi. Giulio Paolo, amico di Papiniano, ricoprì pure la carica di prefetto del pretorio sotto Alessandro Severo. Si occupò praticamente di tutte le parti del diritto, cercando di determinare i principi fondamentali della giurisprudenza del suo tempo. Compose 86 opere in 319 libri, di cui abbiamo solo frammenti ed estratti per via indiretta.