La prosa e Catone il Censore

Il Circolo degli Scipioni

La conquista del bacino del Mediterraneo diffonde ulteriormente la conoscenza della cultura greca nella classe altolocata e colta della società romana. L'arrivo in città dello storico greco Polibio (ca 202-120 a.C.) come ostaggio e, in seguito, del filosofo Panezio (185-110 a.C.) di Rodi è un fatto determinante, perché vivono entrambi in stretta familiarità nella casa degli Scipioni. Scipione l'Emiliano, Lelio, Lucilio, Rutilio Rufo e altri formano un gruppo culturale filoellenico, il cosiddetto circolo degli Scipioni, al quale si oppone fermamente Catone, contrario a ogni innovazione in difesa della severa tradizione degli antenati. Si realizza la necessità di ampliare il mondo spirituale romano con la cultura greca, aprendolo ai valori di altre civiltà. Dall'incontro dello spirito romano con la filosofia ellenica, appunto attraverso Panezio, nasce l'humanitas, cioè la concezione dell'uomo considerato in ogni suo aspetto e la conseguente idea di una missione morale e politica assegnata al dominio universale di Roma. Si esalta la virtus romana che ha saputo trasformare un popolo in un insieme di uomini coraggiosi, austeri, capaci di sacrificio. Nel circolo degli Scipioni si afferma la convinzione che vivere, sentire e pensare rettamente comporta anche la capacità di recte loqui, di parlare in modo elegante, e perciò il circolo stesso diventa un centro attivissimo di cultura letteraria.