La prosa e Catone il Censore

La storiografia

Frutto intellettuale del ceto dirigente, come l'oratoria, la storiografia arcaica fu di tipo annalistico (con avvenimenti esposti in ordine cronologico) e nacque per fini politici; fu soprattutto agiografica e del tutto priva di analisi critica.

Gli annalisti in lingua greca

I primi annalisti romani scrissero in greco, forse perché influenzati dalla raffinata prosa letteraria ellenica, forse perché volevano rivolgersi ai lettori non latini delle rive del Mediterraneo. I pochi frammenti rimasti degli autori più importanti sono insufficienti per esprimere un giudizio di merito.

Quinto Fabio Pittore (ca 260-ca 190 a.C.), della gens Fabia, fu senatore e combattè contro i Galli e contro Cartagine. Dopo la sconfitta di Canne del 216 fu inviato a consultare l'oracolo di Delfi sulla sorte della città. I suoi Annales, dall'arrivo di Enea alla battaglia di Zama, godettero di buona fama e furono una fonte di notizie per gli storici successivi.

Lucio Cincio Alimento. Di lui si sa solo che fu pretore nel 210 a.C. e che fu preso prigioniero nella seconda guerra punica. La storia trattata nei suoi Annales doveva avere un contenuto analogo a quella di Fabio Pittore, ma non ne ebbe ugual fama, anche se Polibio gli riconosceva una certa obiettività.

Gli annalisti in lingua latina

Pochi frammenti rimangono delle opere degli annalisti in lingua latina, successori di Catone. Valerio Anziate era già noto presso gli antichi per la superficialità e le esagerazioni storiche, che compilò ben 75 volumi di Annali fino a Silla. Inoltre citiamo L. Cassio Emina e L. Calpurnio Pisone, le cui opere arrivavano alla distruzione di Cartagine, Cornelio Sisenna (morto nel 67 a.C.), oratore e sostenitore di Silla, la cui opera, Historiae, in 23 libri, fu apprezzata da Sallustio e Cicerone.

La monografia storica

All'epoca dei Gracchi (sec. II a.C.) incominciarono ad affermarsi l'interesse per gli avvenimenti contemporanei, o comunque non troppo lontani nel tempo, e la necessità di un metodo serio di analisi. Nacque così la monografia storica, che vide come maggiori rappresentanti Celio Antipatro, Sempronio Asellione, Cornelio Sisenna.

Lucio Celio Antipatro (sec. II a.C.), di origine plebea, fu il primo ad abbandonare lo schema annalistico della storia generale e cercò di dare alla narrazione una veste artistica. Rimangono una sessantina di frammenti della sua monografia in 7 libri sulla seconda guerra punica.

Sempronio Asellione, tribuno militare nella guerra numantica agli ordini di Scipione l'Emiliano, narrò "le vicende cui era stato presente". Fu il primo a usare un vero metodo storico, ispirandosi al razionalismo dello storico greco Polibio (202-120 ca a.C.); ricercò così le cause degli avvenimenti, curando di esporli in forma elegante.

La Retorica a Erennio

La Retorica ad Herennium è un manuale pratico di retorica in 4 libri. L'ignoto autore, si propone di insegnare l'arte dell'eloquenza agli aspiranti oratori: il I e il II libro trattano dell'inventio, cioè come trovare gli argomenti più convincenti per la causa, il III della dispositio, della memoria e dell'actio, cioè come elaborare il discorso, memorizzarlo, impostare la voce e i gesti; il IV dell'elocutio, cioè la scelta dello stile adatto al discorso. Quest'ultimo libro è il più importante dal punto di vista letterario, perché l'autore si dilunga a illustrare le figure retoriche, ben 64, e insiste in particolare sulla metafora. Nell'opera viene per la prima volta formulata la dottrina dei tre stili (figura): alto (gravis), medio (mediocris), dimesso (estenuata).