Sallustio

Le opere

Le monografie sono conservate intere due sue monografie composte tra il 43 e il 40, La congiura di Catilina o La guerra di Catilina (De Catilinae coniuratione o Bellum Catilinae) e La guerra giugurtina (Bellum Iugurthinum). Le Storie (Historiae) sono andate quasi completamente perdute; incerta è la paternità delle due Lettere a Cesare sul governo della Repubblica (Epistulae ad Caesarem de republica), del 50 e del 46 a.C., pervenute anonime, ma comprese in un codice del sec. IX contenente altre opere di Sallustio, e della Invettiva contro Cicerone (Invectiva in Ciceronem). Secondo una notizia dubbia, lo scrittore avrebbe composto anche un poema, non pervenuto, Empedoclea, sul pensiero di Empedocle.

La Congiura di Catilina

La Congiura di Catilina è il primo lavoro storico di Sallustio, una breve monografia in 62 capitoli, scritta tra il 43 e il 42, che narra le vicende della rivolta di Catilina contro le istituzioni repubblicane per impossessarsi del potere che non era riuscito a conseguire legalmente. Il moto rivoluzionario era sostenuto non solo da alcuni membri dell'aristocrazia, ma anche da veterani e plebei impoveriti e sovraccarichi di debiti. La congiura è scoperta soprattutto per l'azione di Cicerone; i congiurati rimasti a Roma sono arrestati e condannati a morte, e, infine, nella battaglia di Pistoia, muore lo stesso Catilina. La prima parte della monografia è dedicata all'indagine sulle cause morali, psicologiche e storiche della congiura e presenta un quadro assai vivace della società romana decadente e corrotta. I ritratti psicologici dei personaggi sono vivi: Sempronia, Cesare, Catone e, soprattutto il protagonista, Catilina, la cui figura domina per malvagità, coraggio e intelligenza.

La Guerra giugurtina

Più vivace e artisticamente valida è la seconda monografia, in 114 capitoli, che ha come argomento la guerra contro Giugurta, re di Numidia (111-106 a.C.). Scritta negli anni 41-40, presenta complessità e articolazione maggiori rispetto alla Congiura di Catilina. A un'introduzione di carattere morale, segue il ritratto del coraggioso ma privo di scrupoli Giugurta, pronto ad assassinare i parenti, a corrompere a Roma i senatori e in Africa il console Calpurnio Bestia, inviato con l'esercito contro di lui, per ottenere una pace favorevole. La guerra riprende con l'incorruttibile Cecilio Metello che, riorganizzato l'esercito, sconfigge una prima volta il re di Numidia. Alleatosi con Bocco di Mauretania, Giugurta riprende la lotta, ma è sconfitto dal console Gaio Mario, un homo novus, già legato di Metello. Attirato in un tranello da Silla e da Bocco, che ha chiesto una pace separata, Giugurta viene consegnato a Mario. La narrazione è continuamente interrotta da varie digressioni: discorsi, lettere, ritratti di personaggi, descrizioni geografiche e racconti mitici. Questi excursus precisano il carattere dei protagonisti e definiscono le idee politiche e i criteri seguiti dall'autore. A questo proposito grande rilievo hanno i discorsi di Memmio, il tribuno che aveva condotto a Roma Giugurta perché testimoniasse contro i senatori corrotti, e di Mario, nei quali si ha un violento attacco all'aristocrazia che, prolungava una guerra redditizia per le tasche dei senatori dissanguando le casse dello Stato e il popolo. In contrapposizione, Sallustio esalta i democratici "uomini nuovi", e il trionfo di Mario, il migliore dei populares, rappresenta per lo storico l'inizio di una possibile nuova era. La guerra in Africa e la lotta dei partiti a Roma si intersecano e formano un quadro del momento storico. Come Catilina, anche Giugurta è un personaggio negativo, ma non è statico come Catilina che rimane sempre uguale a se stesso: Giugurta è figura più complessa, la cui personalità si delinea e si sviluppa via via nel corso dell'opera.

Le Storie

I 5 libri delle Storie (Historiae) furono scritti da Sallustio dopo La guerra giugurtina, nel pieno della sua maturità di storico e artista, per questo è grave la loro perdita. Egli lasciò lo schema monografico per una trattazione ad ampio respiro e in ordine cronologico, proseguendo l'opera di Cornelio Sisenna, dalla morte di Silla (78) alla terza guerra contro il re del Ponto Mitridate (67). Rimangono un proemio, 4 discorsi, 2 lettere e frammenti. Sallustio opera una sintesi tra lo schema annalistico e quello monografico; dai frammenti pervenuti si nota infatti come la narrazione fosse vivacizzata dall'introduzione di discorsi diretti, di lettere che ponevano in risalto i protagonisti.