Approfondimenti

  • Dal <em>Breviario di estetica teatrale</em>

Dal <em>Breviario di estetica teatrale</em>

Premessa. Ci proponiamo di esaminare come si configuri un'estetica desunta da una particolare pratica di stile teatrale che si va sviluppando da alcuni decenni. [...] Denunciava come sintomo di decadenza il disinteresse della produzione contemporanea per le cose più degne d'interesse: accusava questi spacci di divertimento serale d'aver fatto del teatro un ramo del commercio borghese di stupefacenti. Le false raffigurazioni della vita sociale sulle scene, comprese quelle del cosiddetto naturalismo, gli facevano rivendicare ad alta voce rappresentazioni scientificamente esatte, e invocare, di fronte al basso culinarismo delle insensate delizie offerte agli occhi e all'anima, la bella logica della tavola pitagorica. [...]

1. “Teatro” consiste nel produrre rappresentazioni vive di fatti umani tramandati o inventati, al fine di ricreare. Questo intendiamo ad ogni modo parlando qui di teatro, vecchio o moderno che sia.

21. [...] Quale sarà l'atteggiamento produttivo nei riguardi della natura e della società che noi, figli di un'era scientifica, assumeremo con diletto nei nostri teatri?

22. Sarà un atteggiamento critico. Rispetto a un fiume esso consiste nel regolare il corso del fiume; rispetto a un albero fruttifero consiste nell'innestare l'albero; rispetto alla locomozione, nel costruire veicoli e velivoli; rispetto alla società, nel rivolgimento della società. Le nostre raffigurazioni dell'umana convivenza sono destinate agli arginatori di fiumi, ai coltivatori di frutta, ai costruttori di veicoli e ai trasformatori di società, che invitiamo nei nostri teatri, pregandoli di non dimenticarvi i propri vivaci interessi e con lo scopo di affidare il mondo ai loro cervelli e ai loro cuori, perché lo trasformino a proprio talento.

44. Ciò che da lungo tempo non ha subito mutamenti sembra [...] immutabile. Da ogni parte incontriamo cose troppo ovvie perché ci si preoccupi di capirle. Quelle esperienze che gli uomini fanno tra loro, appaiono loro come le sole naturali all'uomo. [...] perché tutti questi fatti “naturali” giungano ad apparirgli come altrettanti fatti problematici, egli dovrebbe riuscire a sviluppare in sé “l'occhio estraneo” con cui il grande Galilei osservò la lampada oscillante. Costui guardò con meraviglia le oscillazioni, come se non le avesse previste e proprio non le capisse; e in tal modo poté poi scoprirne le leggi. È questo sguardo arduo e fecondo, che il teatro deve provocare con le sue immagini della convivenza umana. Esso deve meravigliare il suo pubblico; e a tanto può giungere mediante una tecnica che stranii ciò che è familiare.

B. Brecht, Scritti teatrali, Einaudi, Torino 1962, pp. 113-115, 122, 131-132.