Introduzione

Superato lo strutturalismo, a partire dal 1960 circa diventa più difficile parlare, per l'avanguardia, di un ambito linguistico comune; una svolta importante è segnata dall'introduzione dell'alea, cioè dell'elemento casuale, che può essere inteso solo come controllato arricchimento del fare compositivo, ma può configurarsi, per esempio in John Cage, come radicale reazione al tradizionale concetto di musica, in nome di un atteggiamento irrazionalistico o anche mistico. Un simile atteggiamento rivela anche la statica, contemplativa dimensione in cui si colloca la musica di Morton Feldman o di altri americani. Un particolare significato assume, nelle più recenti esperienze, l'interesse per il teatro musicale o, più genericamente, per il "gesto" esecutivo. In qualche caso una composizione può ridursi a indicazione dei gesti che l'interprete deve compiere per eseguirla: ciò assume, in forme e modi diversi, il significato di testimonianza del non-senso, del negativo. A esso si possono variamente ricondurre le opere di Mauricio Kagel, Schnebel, Franco Donatoni, o le distillazioni sonore di Sylvano Bussotti.