Eclettismo musicale, espressione e teatralità

Dopo il 1950 si strutturò una forma di creazione artistica, destinata a consolidarsi nell'happening, verso cui erano gradualmente confluiti alcuni filoni del teatro di ricerca sperimentale, strumentale e musicale. In questo genere di rappresentazione-esecuzione l'espressione vocale, quella musicale e quella gestuale venivano così a "comporsi" e ricomporsi sulla scena secondo forme molteplici e programmaticamente aperte. Per quanto riguarda il versante linguistico più squisitamente musicale, possono essere viste anche secondo questo profilo opere che in vario modo, e secondo intenti poetici certo differenti, incrociano il loro percorso a elementi propri della teatralità d'avanguardia o tradizionale (come sarebbe il caso, per esempio, fra i compositori italiani viventi, rispettivamente di S. Bussotti e A. Corghi).

Hans Werner Henze tra formalismo, espressionismo e comunicazione

Hans Werner Henze (Gütersloh, Vestfalia 1926) studiò con W. Fortner a Heidelberg e con R. Leibowitz a Parigi. Dopo aver collaborato con il Deutsches Theater di Costanza e aver diretto il balletto del teatro di Wiesbaden, si stabilì in Italia nel 1953. Accanto al lavoro di compositore svolse attività di direttore d'orchestra e insegnante.

Inizialmente vicino all'avanguardia postweberniana, con l'opera Boulevard Solitude (1952) se ne discostò, proseguendo, sempre in funzione di un'immediata chiarezza comunicativa, nella direzione di un libero ed eclettico uso di atteggiamenti stilistici del passato e recenti.

Henze ha legato la propria musica a testi di esplicito significato politico (El Cimarrón, 1969-70); la sua produzione più significativa comprende, inoltre, opere teatrali (fra cui Il principe di Homburg, 1960; Elegia per giovani amanti, 1961; Il re cervo, 1962; Il giovane Lord, 1965; I bassaridi, 1966; We Come to the River, 1976; Pollicino, 1980; Lo sdegno del mare, 1990), balletti, 8 sinfonie (1947-1993) e altre pagine sinfoniche (tra cui Requiem per sola orchestra, 1995), varia musica vocale (cantate e altro, fra cui Novae de infinito laudes, 1962, La zattera della medusa, 1968, Requiem, 1992, e le liriche Voices, 1973) e molta musica cameristica, soprattutto per strumento solo.

La sinfonia gestuale di Mauricio Kagel

L'argentino Mauricio Kagel (Buenos Aires 1931) studiò con A. Ginastera, A. Schiuma, T. Fuchs. Nel 1956 si è stabilito in Germania, dove lavorò presso gli studi di musica elettronica di Colonia e di Monaco. Tenne corsi a Darmstadt, a Berlino e negli Stati Uniti; dal 1969 dirige l'Ensemble für Neue Musik di Colonia. Le esperienze di Kagel, estranee al rigorismo sistematico che ha caratterizzato altri protagonisti della "nuova musica", hanno rivelato interesse per la materia sonora (fra l'altro, con l'uso di strumenti rari o da Kagel stesso inventati) e spesso un grande rilievo delle componenti gestuali, teatrali, in una dimensione che accoglie suggestioni surrealistiche, neodada e del teatro dell'assurdo.

Nella sua vasta produzione si ricordano Anagrama (1957-58), Transición I e II (1958-59), Metapièce (1961), Hétérophonie (1961), Match (1964), Musik für 23 Renaissance-Instrumente (1965-66), Die Erschöpfung der Welt (1974-78), Chorbuch (1978), Aus Deutschland (1981), Ein Brief (1986) e Quodlibet (1988), Musik per strumento a tastiera e orchestra (1990).

L'eclettismo di Krzysztof Penderecki

Il polacco Krzysztof Penderecki (Debica Rzesków 1933) si è accostato dapprima alle esperienze dei più avanzati musicisti della sua generazione, caratterizzandosi per una ricerca sulla materia sonora che lo ha condotto a ottenere effetti simili a quelli della musica elettronica mediante un particolare impiego degli archi (Trenodia per le vittime di Hiroshima, per 52 archi, 1961). Poi si è rivolto a un eclettismo aperto al recupero di vari aspetti del linguaggio tradizionale, accostandosi al canto gregoriano, all'antica polifonia, a I. Stravinskij e ad altri, in opere come Passio et mors Domini Nostri Jesu Christi secundum Lucam (1962-65), Dies irae (1967). Fra le altre composizioni: Anaklasis (1960), Polymorphia (1961), l'opera teatrale I diavoli di Loudon (1969), Utrenija (1970), Magnificat (1974), Paradise lost (1978), Te Deum (1980), Requiem Polacco (1984), l'opera Die schwarze Maske (1986), Passacaglia (1988), l'opera buffa Ubu Rex (1991), 5 sinfonie (l'ultima è del 1992), Concerto per flauto e orchestra da camera (1992), Quartetto per clarinetto e archi (1993).