La burocrazia

La burocrazia secondo Weber

Si deve soprattutto al sociologo e filosofo Max Weber lo studio della burocrazia come fenomeno tipico dell'epoca moderna. Weber individua nel processo di razionalizzazione della società l'aspetto che qualifica più di ogni altro la modernità. Tale processo consiste in una trasformazione radicale, attraverso la quale i metodi di produzione, i rapporti sociali e le strutture culturali tradizionali, caratterizzati da modi spontanei e basati sulla pratica personale, vengono sostituiti da procedure sistematiche, precise e calcolate razionalmente. Ciò permette innanzitutto di applicare le regole in modo imparziale: mentre, per esempio, nel mondo premoderno la giustizia veniva direttamente amministrata dal capo o dagli anziani del villaggio, e in gran parte dipendeva dalle relazioni personali, nelle società moderne le leggi sono applicate secondo regole definite e in modo tendenzialmente impersonale. Del resto, questo processo di razionalizzazione si manifesta in quasi ogni aspetto della vita sociale: dal passaggio dalla bottega artigianale all'industria, dal piccolo negozio all'ipermercato e così via. Tutto ciò provoca secondo Weber un notevole aumento di produttività, insieme con una sorta di "disincanto" del mondo, che perde in creatività e bellezza quanto guadagna in efficienza.

La burocrazia è appunto, per Weber, una forma particolarmente pervasiva, e per certi aspetti pericolosa, di tale processo di razionalizzazione, giacché essa implica direttamente la gestione non tanto di oggetti, macchine o procedure, quanto piuttosto di esseri umani, i quali devono essere organizzati per conseguire finalità specifiche. Per analizzare i tratti tipici della burocrazia, Weber utilizzò il concetto di "tipo ideale", che è una rappresentazione delle caratteristiche essenziali di un fenomeno sociale costruita a partire dall'osservazione dei casi reali. Il tipo ideale di burocrazia è quindi un modello di burocrazia, che nella sua interezza non corrisponde precisamente ad alcuna situazione storica specifica, sempre suscettibile di variazioni accidentali, ma permette di confrontare forme di burocrazie diverse sulla base dei loro caratteri comuni. Il tipo ideale di burocrazia consta secondo Weber di alcuni elementi fondamentali.

La netta divisione del lavoro, cioè la distribuzione delle attività necessarie agli scopi dell'organizzazione in modo fisso tra i diversi uffici. Ciò permette di impiegare sempre personale specializzato e di renderlo responsabile dello svolgimento del proprio lavoro.
L'ordine gerarchico all'interno dell'organizzazione. Ogni ufficio è sottoposto alla supervisione di un ufficio superiore, ogni funzionario deve rendere conto del proprio lavoro a un superiore. L'ambito dell'autorità di ciascuno deve essere definito precisamente.
Il funzionamento di tutte le operazioni è governato da un sistema di regole scritte, che ha lo scopo di assicurare l'uniformità dello svolgimento di ogni compito al di là della persona che effettivamente lo svolge.
Il funzionario deve escludere i sentimenti personali (principio di impersonalità). Svolge il suo compito in modo imparziale e distaccato, considerando in modo impersonale i dipendenti e il pubblico. Non si ha a che fare con individui, ma con casi di lavoro.
L'impiego nella burocrazia costituisce una carriera, è basato su qualifiche tecniche, su un sistema di promozioni generalmente prevedibile basato sia sul merito, sia sull'anzianità, ma non su favoritismi personali, è protetto dal licenziamento arbitrario.
L'ufficio è una "professione"; per eseguirla sono richiesti un corso di studi determinato e prove di qualificazione prescritte come condizione preliminare per l'assunzione. Nessun membro dell'organizzazione deve possedere le risorse materiali con le quali opera. I lavoratori della burocrazia sono separati dal controllo dei loro mezzi di lavoro (separatezza dei beni materiali).
Secondo Weber un'organizzazione di questo tipo è adatta a controllare in modo molto efficace la produttività di un grande numero di individui, in quanto essa elimina, o quantomeno limita, il capriccio individuale nelle decisioni, assicura complessivamente una buona competenza media dei lavoratori, riduce le possibilità di corruzione (sulla quale erano per lo più basati i sistemi più tradizionali di gestione dell'amministrazione) e riduce anche la prassi di ottenere un incarico per legami di parentela o amicizie personali.