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  • La “tempesta del dubbio”

La “tempesta del dubbio”

Quando fallirono i piani insurrezionali del 1833 e '34, Mazzini entrò in una fase di profonda crisi personale nota come “tempesta del dubbio”. Dai suoi scritti di quel periodo emerge tutta la disperazione per aver sacrificato tante vite, tra cui quelle di veri amici come Jacopo Ruffini, in tentativi destinati al fallimento. Ricordando quel difficile momento della sua esistenza, Mazzini ci ha lasciato parole commoventi: “I fucilati di Genova, di Alessandria e di Chambéry - ha scritto - mi sorsero innanzi come fantasmi di delitto e rimorso purtroppo sterile. lo non potea farli rivivere. Quante madri avevano già pianto per me! Quante piangerebbero ancora s'io mi ostinassi nel tentativo di risuscitare a forti fatti, al bisogno d'una patria comune, la gioventù d'ltalia? E se questa patria non fosse che un'illusione? (…) Patii tanto da toccare i confini della follia. lo balzava la notte dai sonni e correva quasi deliro alla finestra chiamato, com'io credea, dalla voce di Jacopo Ruffini (…)”.