La Rivoluzione cinese

Le ambizioni giapponesi sulla Cina. Gli esordi di Mao

Contrariamente agli occidentali che vedevano con favore il regime di Chang, il Giappone gli era del tutto contrario. L'Impero nipponico, infatti, riteneva di dover sottoporre la Cina a una vera e propria dominazione coloniale per potervi salvaguardare i propri interessi economici. Sotto questa ottica s'inquadrano l'intervento diretto giapponese nel 1931, l'instaurazione del Regno fantoccio del Manciukuò nel 1932 e la successiva penetrazione nella Cina settentrionale. Di fronte alla potenza nipponica anche Chang, preoccupato di impedire l'avanzata comunista nel paese, si rassegnò e nel 1936 si piegò all'influenza di Tokyo. Intanto nel Partito comunista cinese emerse la figura di Mao Tse-tung (1893-1976), deciso a guidare il riscatto delle masse popolari partendo dalle campagne. Come Lenin dunque elaborò un progetto di rivoluzione proletaria contadina, poggiando i primi pilastri del suo nuovo ordinamento, fondò basi rosse in vari punti del paese.