La Russia dalla Rivoluzione a Stalin

Introduzione

In Russia, il pesante stato di arretratezza delle campagne, lo scarso sviluppo dell'industria, i gravi problemi sociali, furono fattori che impedirono lo sviluppo della borghesia e contribuirono a mantenere le masse popolari ai limiti della sussistenza: negli anni della Guerra Mondiale la miseria dilagante suscitò esasperazione. Nel marzo del 1917 (febb. secondo il calendario giuliano ancora in uso in Russia ai tempi) in seguito a violenti tumulti la dinastia zarista fu abbattuta e sostituita da un governo liberal-democratico che promise riforme sociali. Allora, approfittando abilmente della debolezza della nuova classe dirigente, si stagliò sull'orizzonte russo la figura di Lenin, il bolscevico che da tempo elaborava teorie su una rivoluzione in nome della dittatura di operai e contadini. Nel nov. (ott.) '17, i bolscevichi (o comunisti) presero il potere con la forza. Morto Lenin, fu Iosif Vissarionovic Stalin, con metodi anche dittatoriali, a porre le basi per lo sviluppo del nuovo Stato sovietico, o URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche).