Tra XX e XXI secolo

Introduzione

Isolare le linee di tendenza del nuovo secolo è difficile. Certo ne sono ben visibili i cardini d'ingresso: il crollo dell'URSS del 24 dicembre 1991 e la strage newyorkese dell'11 settembre 2001. E, nel mondo globalizzato di questo decennio e poco più, è ancora possibile distinguere spazialmente un centro (Stati Uniti, Europa e Giappone), una semiperiferia (Medio Oriente, Sud-Est asiatico, America Latina) e una periferia residuale. Ma il fatto è che non si tratta di una realtà a una sola dimensione, ma a più piani, con problemi a più livelli. Sul piano strategico, non c'è dubbio che ci troviamo in un mondo unipolare: c'è un'unica superpotenza, gli Stati Uniti ed è probabile che questa rimanga tale nell'immediato futuro. Va però detto che la Russia resta una potenza militare, anche se di seconda grandezza, così come lo è l'emergente Cina, mentre si stanno moltiplicando i soggetti che accedono al club nucleare: India, Pakistan, Israele... Sul piano economico, anche se, o proprio perché, la globalizzazione riguarda, di fatto, prevalentemente i Paesi industrializzati, il mondo è palesemente multipolare. Qui è destinata ad assumere un peso crescente l'Unione Europea allargata, ma anche l'Asia orientale, dove la rapida crescita cinese compensa il ristagno del Giappone. Esiste poi un piano di problemi insieme trasversali e globali, dalla diffusione delle malattie infettive, come l'AIDS, al riscaldamento globale, all'esaurimento delle risorse, a quelli dell'acqua, del sottosviluppo, delle carenze alimentari.