La Seconda Guerra Mondiale

Dallo spirito di Locarno all'attacco alla Polonia

La diplomazia europea negli anni '20 fu molto attiva e operò in chiave anti-tedesca. Solo dal 1925 vi fu un miglioramento dei rapporti internazionali con la Germania sancito dagli accordi di Locarno (16 ott.) firmati anche da Francia, Gran Bretagna, Italia, Polonia e Belgio: con essi Berlino riconosceva i contenuti della Pace di Versailles venendo accolta nella Società delle Nazioni. Si diffuse allora nel mondo lo “spirito di Locarno”, nuovo clima di fiducia reciproca, presto suggellato dal Patto di Parigi o Briand-Kellog (27 ago. 1928), contro la guerra. L'Italia fascista, fino al '25 cercò l'amicizia inglese e francese per trarre vantaggi nei Balcani (27 genn. '24: il Patto di Roma con la Jugoslavia sancì l'annessione di Fiume). Dal '25 iniziò invece a rivendicare una revisione dei trattati di pace del '19, ritenuti penalizzanti, e a tentare di ritagliarsi un ruolo di prestigio nel contesto internazionale con azioni diplomatiche e militari. Negli anni '30 il revisionismo fu appoggiato anche da Germania e Giappone: era il preludio all'Asse Roma-Berlino-Tokyo. Nel 1933 un patto a quattro proposto da Mussolini a Germania, Francia e Inghilterra per la revisione non andò in porto (resistenze francesi determinate dall'URSS e dagli Stati balcanici — alleati di Parigi — che temevano per la propria indipendenza). Poco dopo la Germania per il riarmo deciso dal regime e il Giappone per l'aggressione alla Cina si ritirarono dalla SDN. Nel '34 un colpo di Stato nazista a Vienna preludeva alla fusione tra Austria e Germania: Mussolini, allora, inviò truppe al Brennero convincendo il Führer a non attuare l'Anschluss. Ma la rinascita della potenza tedesca, ormai, era un dato di fatto. La diplomazia europea non riuscì a contrastarla: la costituzione del “fronte di Stresa” tra Gran Bretagna, Francia e Italia (apr. '35) non ebbe risultati. L'Italia fascista, intanto, era in preda a smanie imperialistiche. Nell'ott. del '35 Mussolini (ottenuto qualche mese prima il consenso francese in cambio della promessa di proteggere l'Austria) attaccò l'Etiopia conquistandola (Guerra d'Africa, ott. '35-magg. '36). Tale azione valse all'Italia una condanna e sanzioni economiche (per lo più inosservate) dalla SDN. Hitler, dal canto suo, iniziò a realizzare il progetto di unificazione del Terzo Reich  rimilitarizzando la Renania (mar. '36). La SDN condannò anche Berlino. Durante la Guerra civile spagnola (1936-39) in cui nazismo e fascismo intervennero a fianco dei conservatori di Francisco Franco, Germania e Italia fondarono l'Asse Roma-Berlino (24 ott. '36), esteso nel '37 al Giappone. In dic. l'Italia uscì dalla SDN. Di fronte alle ambizioni del Führer e sottovalutando le ansie francesi, la Gran Bretagna del primo ministro Chamberlain perseguì la debole politica dell'accomodamento (appeasement). Hitler ne approfittò per invadere l'Austria (Anschluss, 12 mar. 1938) e aprire la questione dei Sudeti, in Cecoslovacchia, dove vivevano 3 milioni di Tedeschi. Per dirimere il problema, Mussolini, pressato da Chamberlain, indisse la Conferenza di Monaco (29-30 sett. '38) cui partecipò anche la Francia. Questa fallì e la Cecoslovacchia fu smembrata. La Germania ebbe i Sudeti (1 ott.), Polonia e Ungheria altri territori. Nel mar. 1939, Hitler, occupata Praga, chiese alla Polonia (che rifiutò) Danzica (a maggioranza tedesca) e il diritto di extraterritorialità del corridoio tra la città e la Germania (23 mar.): il Führer era pronto alla guerra generale. L'Italia ne approfittò per occupare l'Albania (7 apr.); poco dopo Ciano e Ribbentrop a nome del duce e del Führer firmarono il Patto d'acciaio (22 magg. 1939) con cui le due potenze si promettevano aiuto reciproco in caso di guerra. L'URSS di Stalin, temendo ambizioni tedesche sull'oriente europeo, siglò con Hitler un trattato di non aggressione (23 ago.) della durata di 10 anni. I due paesi si accordarono anche per la spartizione della Polonia.